A dare inizio alla prestigiosa raccolta di Terrae Motus, fu il gallerista napoletano Lucio Amelio, che chiese ai maggiori artisti contemporanei di realizzare un’opera ispirata al terremoto. Gli artisti risposero con oltre 70 opere, ispirandosi all’evento catastrofico che il 23 novembre dell’’80 sconvolse l’Irpinia, la Basilicata e la Campania, provocando 2750 morti e 300mila senza tetto. La collezione comprende opere di Andy Warhol, Joseph Beuys, Mimmo Paladino, Mario Schifano, Mario Mertz, Anselm Kiefer, Richard Long, Nino Longobardi, Michelangelo Pistoletto. Alla presentazione della mostra, inauguarata il 23 novembre scorso, erano presenti il Ministro Giovanna Melandri, il regista Mario Martone e Mimmo Paladino. Sono stati proiettati, inoltre, filmati sulla vita del grande gallerista Lucio Amelio. Dopo vent’anni, così, la Soprintendenza propone un nuovo allestimento dell’intera Collezione, con le opere esposte in un percorso che si snoderà negli ambienti settecenteschi della Reggia di Caserta. Nella mostra si possono ammirare le più importanti opere di arte contemporanea internazionale. Tra gli artisti che hanno partecipato alla prestigiosa iniziativa, ci sono Mimmo Paladino, uno dei principali interpreti contemoporanei del binomio arte-architettura e i ben famosi Haring, Kiefer, Beuys e Warhol. La risposta che questi grandi artisti hanno dato per quest’occasione, è di sicuro al massimo delle loro potenzialità e qualità espressive, come un momento di raccordo estremamente significativo nella disorganica fragilità della ricerca artistica della seconda metà del ‘900. Linguaggi diversi a confronto, dunque, ma uniti dalla comune volontà di recuperare all’arte il dominio della parte ideativi e sentimentale contro le ragioni strumentali della forza. Si tratta, insomma, di un raffronto che vede la forza della natura contro la forza dell’arte, l’arte contro la cronaca, energia contro energia, in un tentativo ben riuscito di esorcizzare il dramma e la catastrofe appellandosi ai più profondi sentimenti vitali.
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