Piccole vele-roller blade, per navigare più velocemente, sono l’attributo particolare di uno sposo messo a capa sotto, mentre la sua sorridente compagna ospita un pulcino nel cespuglio dei suoi capelli.
Nel settecentesco chiostro della chiesa di Santa Chiara, i colori smaltati delle sculture di Riccardo Dalisi (Potenza, 1931) si fondono alle maioliche policrome con scene di genere -le riggiole– realizzate dai fratelli Giuseppe e Donato Massa nel 1742. Un mondo panteistico fatto di alberi veri o presunti, da cui nascono le onde morbide delle figure. E ancora, piccoli e scheletrici uccelli di rame che si perdono tra le aguzze braccia di ferro dell’Albero degli uccellini, l’installazione al centro del cortile. Una mostra per testimoniare il risultato di Progettazione e Compassione, un progetto-laboratorio svoltosi nel biennio 2004-05 nel quartiere Sanità, con un gruppo di studenti della facoltà di architettura partenopea.
Architetto e designer, fin dagli anni Settanta Dalisi è attento alle presenze più vulnerabili del territorio cittadino, i bambini in primis, e si impegna in un intervento diretto in cui l’azione sociale dell’architettura viene esercitata sul campo. Campi di battaglia giocosa sono stati prima quelli del Rione Traiano (noto per fatti di cronaca), mentre per Compassione si è aperto il cortile della chiesetta dell’Immacolata e S. Vincenzo alla Sanità. Cartapesta, colori e fil di ferro sono gli strumenti e i materiali poveri preferiti dall’artista, con cui dare spazio alla creatività infantile. “Si è normalmente due: uno di qua e uno di là, isolati e freddi -scrive Dalisi nel diario di bordo dei lavori del laboratorio- poi vien fuori la simpatia oltre ogni confine e si crea un ponte”. Il ponte si è poi allungato dando vita alle 35 opere esposte.
Una strizzata d’occhio a Pino Pascali nella ferrea coppia cilindrica di Rapporto ironico;
Rame, cartapesta, ferro e ottone sono elementi comuni a tutte le opere, dagli Angeli, con i loro rivoli di santità che scendono dalla veste, evocando gli equilibri meccanici di Alexander Calder; alle geometrie di Juan Mirò richiamate nella fusione di anime di Io – tu. Non mancano i Guerrieri, protagonisti della piccola enclave artigiana di Rua Catalana, dove Dalisi ha il proprio laboratorio, trasferiti per una volta nell’area degli scavi archeologici.
irene tedesco
mostra visitata il 10 luglio 2006
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E basta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
MA SIAMO SICURO DI AMARE L'ARTE?