30 settembre 2005

Madonie site specific

 
Committenze inedite. Le vie dell’Arte, il grande progetto di arte en plein air promosso dall’ente Parco Madonie, è finalmente pronto. Le opere sono in situ, il primo ottobre l’anteprima e a Novembre l’opening ufficiale. Abbiamo chiesto al curatore, Salvatore Lacagnina, di raccontarci il progetto. E di farci un’anticipazione assoluta su quello che sarà il nuovo parco di scultura permanente siciliano...

di

Le vie dell’arte sono infinite… Così, una piccola istituzione, quale l’Ente Parco Madonie, riesce a metter su uno degli eventi più importanti partoriti quest’anno in Sicilia… Da dove è nata l’idea?
E’ nata dalla committenza dell’Ente Parco. E questo mi pare già un fatto interessante. Non so se si tratti di un evento importante. Se è così, non lo allargherei alla Sicilia, ma lo lascerei sul Parco. E’ un altro lavoro locale nel quale mi sono cimentato. Il linguaggio dei luoghi è importante. O parliamo del mondo in senso lato, o parliamo di singoli luoghi.

L’arte contemporanea sta subendo una forza centripeta che spinge le energie migliori verso le periferie, e fuori dai luoghi istituzionali. Si radica progressivamente nei territori di confine e prende vita negli spazi aperti o non canonici… Come leggi questa macrotendenza?
L’arte per sua natura non nasce mai al centro. E’ sempre dove non pensi di trovarla. La storia del Novecento è esemplare. Non credo che stiamo vivendo un’epoca di slittamento verso le periferie. Semplicemente, le classi intellettuali si sono adattate a sistemi di potere molto semplificati e banali (se paragonato ai veri poteri) e si pensa che sia possibile occuparsi di cultura, occupandosi di altro. Le istituzioni, poi, sono luoghi che autorizzano il successo e la qualità: vengono sempre dopo. Il decentramento vuol dire un viaggio a Londra di 3 giorni, uno a San Paolo di 5 giorni, Istanbul 2 e mezzo, Il Cairo 3 e così via… è più la tabella di marcia di un manager di una multinazionale. Dov’è la libertà di rallentare, di fermarsi, di accordare il tempo e le idee e i luoghi?

Che cos’è Le vie dell’Arte? Raccontaci come si è articolato il progetto in quest’anno e che cosa è diventato ora, alla vigilia della sua prima presentazione.
Le vie dell’arte è il tentativo di dare senso a un viaggio. Di disegnare una mappa, per consentire di orientarsi (o di perdersi) all’interno di un territorio.
Insieme al fotografo Salvatore Gozzo – che mi ha accompagnato e spesso guidato in questo anno di lavoro – abbiamo inventato “il gioco delle relazioni visive”, tra emergenze visive interne e esterne al parco: l’Etna, le isole Eolie, le montagne più alte, i centri abitati. Le mappe sono ormai così ricche di informazioni che risultano quasi illeggibili. Sono come la nostra società… L’eccesso di informazioni non è positivo per la conoscenza.
Johanna Grawunder
Sono sette le aree interessate da questa operazione di rilettura del territorio. Come e perchè le avete scelte?
Sono luoghi dove più di altri si creano relazioni visive con altre zone “emergenti”, ovvero zone più facilmente riconoscibili da chi attraversa il Parco anche per la prima volta. L’occasione di andare a cercare le opere nel territorio diventa così un invito a guardarsi intorno e a leggere il paesaggio in maniera libera e personale.

Tutti progetti site specific, chiaramente…
Gli artisti erano chiamati a dare il senso vero a tutto il viaggio. E ora che vedo le opere realizzate, comincio davvero a capire cosa è successo…

Facci qualche anticipazione. Il range è vario: ci sono due designer, Johanna Grawunder e Konstantin Grcic. Come si sono rapportati con la dimensione en plein air, dei creatori di interior design?
Johanna Grawunder ha realizzato una chaise longue “a quattro posti”, dove riposarsi e guardare il paesaggio. Una visione che colpisce per la cura dei dettagli e l’eleganza.
Grcic ha fatto un lavoro da vero romantico tedesco: una serie di grandi frecce industriali, bianche e nere disposte in direzioni diverse su una collinetta visibile dalla strada. Un invito a perdersi all’interno del Parco. Ma non la si legga come un’opera d’arte concettuale. Come tutto il design di Grcic, va letta a partire dalla grafica.

Tra i più giovani c’è Domenico Mangano…
Mangano doveva lavorare su un ponte fascista in disuso. Nelle sue mani, il ponte è diventato un fantasma, proiettato a intervalli su una collinetta vicina. Un lavoro molto poetico.
gabriele picco
Dopo un giovanissimo, un maestro, Ettore Spalletti…
Ha segnato il suo passo, il cammino di ogni viaggiatore. E poi ha lavorato su una apparizione misteriosa. Un puntino d’oro, il segno dell’utopia e del sogno che devono animare ogni viaggio.

E poi la pittura di Rob Pruitt e Gabriele Picco…
Pruitt è un artista concettuale, nel cui lavoro la natura ha un ruolo importante. Sulle Madonie ha aperto un’area nudista, alle Gole di Tiberio, sul fiume Pollina. Un invito a togliere e non ad aggiungere. Picco ha fatto volare una cinquecento che trasporta una nuvola sul portapacchi, sopra un cocuzzolo a strapiombo sul mare.

Infine, Vedovamazzei, altre star di casa nostra…
Hanno “ricamato sul cielo”.

Cosa?
Il pizzo di una mutandina…

a cura di helga marsala

link correlati
www.parcodellemadonie.it

[exibart]


10 Commenti

  1. Domenico è un grande…, per il resto credo che sia uno dei tanti tentativi di cercare una via per fare veicolare il contemporaneo in sicilia… Mangano ci riesce.
    by Iron!

  2. Ennesimo scempio inutile alla Presti almeno lui lo scempio lo ha fatto tantissimi anni prima . D’altronde la bellezza e importante per tipi come Lacagnina .un siracusano doc.
    Che eveneto trendy veramente originale , che artisti fighi Picco per esempio poteva Im-piccarsi o magari Mangano poteva manganellarsi .o meglio se picco si gettava con la 500 nel ponte dove mangano si era gia impiccato.va be’ la sicilia verra sempre sputtanata da questi progettoni estetico-politicazzi .porco dio ma perche’ non vi levate dai coglioni per almeno un decennio e andatevene a scrivere su tema celeste o sul giornale degli affari ….noi siciliani non vogliamo eventi artistici in sicilia ci basta la nostra performance infinita ” la mafia “. pseudo-intellettuali del cazzo fate vomitare…un bacio
    frank la paglia

  3. alt…cipri’ e maresco sanno parlare ….sfonderebbero chiunque con la cultura il povero mangano sa appena appena parlare e firmare .
    la fantasia in prestito o ha pagato i due cinecinici?

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