18 novembre 2010

ARTE IN POLTRONA

 
Programma vario, divisione in sezioni, incontri con gli artisti, un premio per i giovani talenti. Fortificata da un contesto funzionale, la videoarte si libera dagli sguardi parziali che le riserva il pubblico delle mostre. Per proiettare la sua estensione e la sua potenza sullo schermo cinematografico. È Lo schermo dell’arte, a Firenze...

di

Sebbene ancora sia mantenuta la divisione categorica tra
cinema di narrazione e cinema d’arte – quando la stessa consistenza delle
definizioni, approssimativa fino all’assurdo, segnala l’urgenza di un
ripensamento critico – a Firenze per un periodo di quattro giorni è l’affluenza
spontanea e numerosa di un pubblico composito a nullificare ogni limite di
genere. Tale il contesto dello Schermo dell’Arte, film festival
diretto da Silvia Lucchesi e
giunto quest’anno alla terza edizione in versione “autonoma”: “Il programma
indipendente nasce nel 2008, grazie alla lunga e fortunata esperienza maturata
nell’ambito del Festival dei Popoli come sezione tematica dedicata all’arte
contemporanea
”.

La riuscita dei trascorsi, con una partecipazione fino a
3.500 spettatori e in alcuni casi la necessità di doppie proiezioni
improvvisate, ha innescato, nelle scelte contenutistiche e organizzative
connesse alla rassegna, un processo di più specifica determinazione. Ne è
dimostrazione il nuovo programma, strutturato da due sezioni distinte – Sguardi, categoria documentaria
sull’arte contemporanea, e Cinema d’artista per i film, appunto,
realizzati da artisti – più le novità dei Festival Talks, incontri
tematici con ospiti internazionali, e il premio attribuito al miglior video di
un giovane artista italiano: “Desidero sottolineare che questo
riconoscimento di 10mila euro è l’unico in Italia rivolto espressamente alla
produzione di un lavoro originale, ed è stato pensato per incoraggiare il
talento degli emergenti
”,
specifica la direttrice.

Complessivamente verranno proiettate quattordici opere. “Non
è tanto il numero dei film che ci interessa, quanto la loro qualità. Guardiamo
al panorama contemporaneo cercando di coglierne aspetti sempre nuovi e
interessanti, in grado di stimolare una riflessione sulla vita, sulla realtà,
sul mondo che ci circonda
”,
prosegue Lucchesi.

Lucy Walker - Waste Land - 2010 - still dal film
Davvero non mancano le aspettative, se si considera la
varietà delle proposte: a titolo di esempio si possono segnalare l’anteprima
italiana, con funzione d’inaugurazione, Jean-Michel Basquiat. The Radiant
Child
di Tamra Davis, Waste Land di Lucy Walker,
racconto di un progetto artistico svolto nella discarica di Rio de Janeiro
chiamata Jardin Gramacho (il
film è stato premiato al Festival di Berlino oltre che al Sundance Film
Festival), Oscar Niemayer, lunga intervista del regista
brasiliano Fabiano Maciel al celebre architetto modernista in occasione
del suo 100esimo compleanno, Marxism today (prologue) di Phil Collins,
lungometraggio realizzato per la Biennale di Berlino e incentrato sui ricordi
di tre insegnanti di economia marxista-leninista nella ex Germania dell’Est.

Il piano d’insieme rivela una cosciente combinazione fra
titoli di richiamo e titoli specifici e per il futuro probabilmente si potranno
azzardare anche opere più sperimentali; del resto il festival stesso, con
l’attesa che viene creandosi nel periodo precedente il suo inizio e la base
partecipativa costante durante le giornate, prova che – sebbene il contesto
dell’arte contemporanea rimanga ristretto – l’associazione con un medium di
matrice popolare riesce a catalizzare una curiosità ampia e diffusa. 

Jan Schimdt-Garre - Andreas Gursky. Long Shot Close Up - 2009 - still dal film
Dice la
Lucchesi: “La nostra è stata un’intuizione vincente: parlare di arte
attraverso il cinema. Si aggiunga a ciò la straordinaria cornice in cui si
svolge il festival, l’Odeon, una vera sala cinematografica che permette una
modalità di fruizione non comune per il mondo dell’arte. Infine, credo che sia
importante la nostra disponibilità a migliorarci, a riconsiderare le scelte in
un continuo scambio di idee fra noi e il pubblico
”.

Lo Schermo dell’Arte è incluso nella rassegna 50
giorni di cinema internazionale a Firenze
, nell’ambito del progetto
regionale Toscana in contemporanea 2010, e dunque ha tra i suoi partner
le realtà più visibili del contesto artistico locale. Elenca Silvia Lucchesi: “Centro
Pecci, Ex3, Strozzina e Museo Marini; con queste istituzioni abbiamo instaurato
un dialogo e un confronto sin dal primo anno di attività. Di volta in volta,
poi, le forme concrete di collaborazione possono rinnovarsi e diversificarsi:
dalla segnalazione di titoli di film alla condivisione dei costi per la
presentazione di altri
”.

Fabiano Maciel - Oscar Niemeyer. A vida è um sopro - 2006 - still dal film
Data la sua natura originale, il festival potrebbe persino
divenire un punto di riferimento nazionale: “Certamente lo speriamo. Ma ciò
dipende da tutto un insieme di cose, tra le quali le scelte di politica
culturale del territorio e la continuità delle risorse, non solo dalla nostra
volontà
”. Oltre ogni
ragionevole incertezza, per le prossime edizioni si prevedono già progetti a
cadenza regolare, così da irrobustire l’attività permanente connessa al
festival. Insomma, un altro passo in avanti, per uno schermo in decisa
espansione.

matteo
innocenti


dal 22 al 25
novembre 2010

Lo schermo dell’arte
2010. Film Festival

direzione artistica:
Silvia Lucchesi

Cinema Odeon

Piazza degli Strozzi – 50123 Firenze

Ingresso: giornaliero intero € 7, ridotto € 5; abbonamento 4
giorni € 15

Info: info@schermodellarte.org; www.schermodellarte.org

[exibart]

4 Commenti

  1. Con queste poltrone hanno impoltronito l’arte.
    L’hanno resa comoda nel salotto dei chierici, pronti a spargere premi. Intanto, gli artisti bivaccano, in attesa del successo.

  2. Cristina di Scandicci, dovresti accendere la luce prima di battere sulla tastiera, magari capiresti che cosa stai leggendo, e come, eventualmente, commentare (se proprio devi..).

  3. Hommer, Tutte queste iniziative sono finanziate con risorse pubbliche, spesso senza nessuna ricaduta economica. Sono laureata in economica e arte contemporanea. Disoccupata da cinque anni.

  4. Laura, sinceramente mi spiace per te. Però non capisco bene, non riesco a connettere le tre frasi di cui si compone il tuo commento, dato che ineriscono tre fatti ben distinti, a parte la relazione fra il tuo essere laureata in economia e arte contemporanea (già strana come accoppiata..) e il persistere del tuo stato di disoccupazione, da ben cinque anni. Si parla di qualità di questa o quell’altra iniziativa, o di cos’altro? A me, dopo aver letto l’articolo (il cui autore mi sembra affidabile) vien da pensare che questo festival sia un’iniziativa meritevole e d’altronde di quello parla l’articolo, non di disoccupazione intellettuale o altro. Non voglio esser cinico, anzi, me ne guardo bene, però mi pare che troppo spesso i commenti ai forum siano parecchio pretestuosi.

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