29 novembre 2010

libri_saggi Arte-mondo (postmedia 2010)

 
Raccoglie un ciclo di incontri tenuti alla Facoltà di Design e Arti dell’Università di Bolzano. Un denso volume curato da Emanuela De Cecco. A più voci, meglio se dissonanti...

di

Un volume che reca un titolo per certi versi fuorviante: Arte-mondo non è infatti un richiamo a
quel fare mondi di birnbaumiana memoria, bensì un riferimento al Tutto-mondo di Édouard Glissant, lo
scrittore antillese chiamato in causa anche da Nicolas Bourriaud nel suo ultimo
libro, Il radicante (in uscita per i
tipi della stessa Postmedia nella traduzione di chi scrive, e le cui tematiche
risuonano particolarmente nell’intervento dell’antropologo Ivan Bargna).
Dunque, diremmo l’opposto – se non fosse che la creolizzazione propugnata da Glissant non prevede opposizioni, in
ciò rischiando il periglioso avvicinamento al suo alter ego, al suo Hyde, la sistematicità à la Hegel -, un “mondo come
totalità, dove le differenze sono accettate e condivise, in cui l’incontro con
l’altro non implica la riduzione alla trasparenza
”, come rammenta De Cecco
citando Glissant.

Un volume che, nella sua traccia orientante,
richiama il tema affrontato pure dal Larry Shiner de L’invenzione dell’arte.
Poiché qui si evidenzia, ovviamente da molteplici punti di vista, il fatto che
‘la’ storia dell’arte che conosciamo attraverso i manuali e le collezioni
dei musei di arte moderna e contemporanea dell’Europa e degli Stati Uniti, sia
‘una’ storia dell’arte, espressione di un racconto tutt’altro che neutro e
idealizzato, non oggettivo
”, come scrive ancora Emanuela De Cecco nella sua
programmatica Introduzione.

Jimmy Durham - A Kinetic Sculpture in Two Dimensions - 2006 - still da video - 37''
Così si inizia dal saggio di Roberto Pinto, che focalizza la sua
attenzione su Primitivismo e ibridazione,
sulle Demoiselles di Picasso e il Self Portrait di Jimmie
Durham
, nonché su mostre come Magiciens
de la Terre
. Per comprendere come il colonialismo abbia assunto – e stia
assumendo – volti sempre nuovi, sino all’esempio del metaforico Avatar.

Anche della diversificazione delle discipline si
nutre Arte-mondo, e allora la
prospettiva di “genere” viene analizzata dalla sociologa Maria Antonietta
Trasforini (Lontane da dove. Artiste fra
centri e periferie nei mondi dell’arte
, che dedica particolare attenzione a
Maja Bajevic, Marina Abramovic, Mona
Hatoum
, Ingrid Mwangi – autrice
dell’opera in copertina -, Magali Cloud,
Maud Sulter, Tajal Shah) e dall’arabista Cristina Rovere (I gesti dell’alfabeto. Artiste arabe contemporanee dalla tradizione al
design
). Sul fronte della storiografia e della meta-storia dell’arte
lavorano Carla Subrizi, focalizzando la sua attenzione sul concetto di archivio
e, temporalmente, sulla seconda metà del Novecento, nonché Paola Nicolin, più
concentrata però sulla storia delle esposizioni.

Mona Hatoum - Drowning Sorrows (wine bottles III) - 2006 - h. cm 15, diam. cm 200 - vetro - photo Claudio Abate
Impossibile è qui rammentare tutti i contributi, dagli anni ’70 di Luigi
Fassi al Douglas Gordon di Marco
Senaldi, sino agli interventi di artisti come Flavio Favelli e Cesare Viel. Sintomo della ricchezza di
un libro e dei suoi punti di vista. Come da programma.

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marco enrico giacomelli

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 69. Te l’eri perso? Abbonati!


Emanuela De Cecco (a cura di) – Arte-mondo

Postmediabooks, Milano 2010

Pagg. 208, € 19

ISBN 9788874900527

Info: la scheda dell’editore

[exibart]

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