Categorie: Opening

Artisti emergenti alla riscossa

di - 18 Aprile 2018
È possibile cogliere e valorizzare le potenzialità di una ricerca artistica ancora emergente? E come?  A queste domande tentano di rispondere due progetti lodevoli, di sicuro interesse e, casualmente, concomitanti. Segno di una rinnovata sensibilità, nonché di una riscoperta centralità della ricerca artistica emergente, nonché della pratica curatoriale degli junior. Di cui ho avuto molte conferme in tempi recenti, a partire dalla pubblicazione del mio focus “222. Artisti emergenti su cui investire” edito da Exibart. Rimango sempre molto colpito dalla serietà, dalla tenacia, dalla determinazione di questi giovani e giovanissimi, molto spesso (quelli nostrani) annoverati tra le tristi schiere dei cosiddetti “cervelli in fuga”. Gli ultimi che ho conosciuto in ordine di tempo, e che con piacevole sorpresa ritrovo in uno dei due progetti espositivi scelti nell’Opening odierno, sono i Polisonum, il collettivo di ricerca artistica che utilizza il suono come metodo di indagine all’interno di luoghi storici e contemporanei, di geografie e paesaggi in trasformazione. Che, insieme a Ruth Beraha, Marco Casella, Oscar Isaias Contreras Rojas, Daniele Costa, Fabio De Meo, Chiara Enzo, Andrea Grotto, Xhimi Hoti, Alberto Luparelli, Francesco Nordio, Francesco Pozzato, Barbara Prenka, Matilde Sambo, Matteo Vettorello, partecipano da oggi a “777 in fondo a destra”. Siamo a Venezia, all’interno di una ex macelleria, una ex falegnameria e una ex latteria, in una delle zone più vive della città lagunare. Qui i giovani curatori del venticinquesimo corso della School for Curatorial Studies Venice, in collaborazione con Venice Art Projects, hanno scelto di intervenire con degli allestimenti pensati per gli spazi, valorizzando la storia di questi luoghi e l’operato degli artisti emergenti invitati. Un progetto per indurre il visitatore a essere parte attiva di una fucina creativa di idee dove spazi indipendenti, artisti emergenti e giovani curatori mettono in scena un percorso sperimentale nella divulgazione delle pratiche artistiche contemporanee.
A Venezia fa eco Roma con “Ten Little Indians” che si propone di essere una rassegna annuale e vuole diventare un’occasione espositiva per artisti italiani e internazionali under 30 e per giovani critici loro coetanei. Il lavoro espositivo vedrà ogni anno una mostra di 5 giovani artisti under 30 scelti in campo internazionale dalla rivista on line “Pensiero Meridiano”, rappresentata da Silvia Giambrone e Fabrizio Pizzuto.
L’operazione si propone di coprire una falla, qualcosa di mancante. La possibilità per gli studenti di ragionare di critica d’arte in maniera libera, a diretto contatto con l’esposizione e con artisti giovani con carriere già avviate, formandosi a un livello pratico, assistendo all’allestimento e partecipando attivamente alle varie fasi dell’esposizione e della comunicazione, in dialogo con noi e con gli artisti. Per l’edizione ai nastri di partenza questo pomeriggio, i “10 indiani” del 2018 sono gli artisti Claudia Capone (Ita), Amber Clausner (Eng), Barbara De Vivi (Ita), Giorgio Di Noto (Ita), Catinca Malamaire (Eng) e i critici Valentina Catena, Mario De Angelis, Francesca Salvati, Beatrice Schivo, Marta Zandri. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Francesco Pozzato, Xenia, acciaio, coperta di sopravvivenza, 220x120x20, 2016
In homepage: Daniele Costa frame del video The weaning of goods, a mechanical affair, 2017
INFO
Opening: ore 17.00
777 in fondo a destra
dal 18 al 22 aprile 2018
via Garibaldi ai numeri 992/a, 994, 996 e 1830, Venezia

Opening: ore 18.00
10 LITTLE INDIANS 2018. The way things look. L’apparenza
dal 18 aprile al 14 maggio 2018
MLAC-MUSEO LABORATORIO D’ARTE CONTEMPORANEA
piazzale della Minerva, Roma
orari: da lunedì a sabato, ore 14.00-19.00

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