Phil Borges, Yihun Lhatso (holy alpine lake)-road between Manigango and Dege-Monk from Derge Gonchen Gonpa. Courtesy l'artista e Paci contemporary
Negli spazi di Paci contemporary inaugura oggi, 22 ottobre, “Ritratti dal mondo”, la prima personale in galleria del fotografo americano Phil Borges (1942), che per l’occasione sarà a Brescia, dove alle 11.30 terrà una lectio magistralis all’accademia LABA, in via Don Vender 66, e questa sera in galleria, via Borgo Pietro Wuhrer 53, sarà disponibile per il book signing del nuovo volume antologico edito da Silvana Editoriale «con testi critici dello stesso artista e un’introduzione del Dalai Lama, personale amico di Phil Borges», ha spiegato la galleria.
Nel percorso espositivo, visitabile fino al 28 febbraio 2022, oltre 50 scatti del «reporter di fama mondiale, nonché uno dei più grandi fotografi contemporanei, che da oltre venticinque anni documenta con passione la vita e i costumi delle popolazioni indigene di tutto il mondo, utilizzando il veicolo del “ritratto ambientale“», ha ricordato la galleria.
Attraverso i suoi libri e le mostre, Phil tenta di creare un rapporto tra il pubblico e i suoi soggetti fotografici: “voglio che lo spettatore veda queste persone come individui, che conosca i loro nomi e un po’ della loro storia, non che li veda solamente come degli estranei che abitano terre lontane“. Nel suo libro “Tibetan Portrait: The Power of Compassion” rappresenta gli individui appartenenti ad una cultura profondamente spirituale che sono stati emarginati e sfollati dalla loro patria», ha proseguito la galleria.
«La mostra nasce dalla necessità di realizzare una mostra antologica che raccogliesse le opere iconiche della carriera di Borges. La personale è accompagnata dal volume curato dallo stesso artista, con un’introduzione speciale per l’occasione del Dalai Lama».
«La mostra ripercorrerà tutte le sue raccolte più note: ci sono i cicli dei suoi famosi portrait in bianco e nero pluripubblicati che riassumono i suoi viaggi in tutto il mondo alla ricerca delle piccole popolazioni collocate nei villaggi più “nascosti” nel pianeta. C’è, ad esempio, la serie di Tibet: culture on the edge, il grande lavoro realizzato dal fotografo tra il 2007 e 2011, per il quale il Dalai Lama gli chiese di esprimere la spiritualità di questo popolo e di questi luoghi magici. Ci sono, inoltre, le serie Tibetan Portrait: The Power of Compassion, Women Empowered, Spirit of Place e Enduring Spirit, in un imperdibile viaggio intorno al mondo».
«Sicuramente la fotografia della coppia di sorelline musulmane Ahida & Sonam che vivono in questa regione del Tibet dove convivono da tante generazioni persone di religione musulmana e tibetana. Poi lo scatto Pemba – Yama, che è stato anche la cover del famoso volume Tibetan portrait. E Lake Lhatso, opera icona del ciclo Tibet: culture of the edge, che rappresenta il lago sacro dove da generazioni i giovani monaci tibetani vanno per effettuare periodi di meditazione».
A novembre saremo presenti a Paris Photo con un solo show dedicato a Sandy Skoglund
e a dicembre saremo ad Art Basel Miami Beach con un solo show di Miguel Rio Branco».
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