A Cortina d’Ampezzo la collettiva “Arcipelago fossile” sabato 25 luglio inaugura la prima edizione della rassegna artistica “Sentieri d’arte“: nel percorso espositivo nei boschi, a cura di Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli, le opere di Alessandro Ferri (Dado) (1975, Bologna), Federico Tosi (1988, Milano) e T-yong Chung (1977, Tae-gu, Corea del Sud).
«Le opere degli artisti, allestite in ambiente naturale, accompagnano il visitatore alla scoperta di due distinti sentieri delle Dolomiti d’Ampezzo: Gores de Federa (aperto agli escursionisti nel 2019) e Pian de ra Spines» e «dopo il 2 novembre 2020, termine della mostra, le opere rimarranno esposte in modo permanente», si legge nel comunicato stampa.
«La mostra è promossa da Associazione Controcorrente, Regole d’Ampezzo, Liceo Artistico di Cortina, in collaborazione con Quiqueg agenzia creativa (Milano) e con il patrocinio del Comune di Cortina», ha ricordato l’organizzazione.
La passeggiata inaugurale di sabato prossimo porterà il pubblico alla scoperta di entrambi i percorsi: «alle ore 9.00 si partirà alla volta del sentiero Pian de ra Spines (punto di ritrovo all’entrata del Camping Olympia); alle ore 11.30 si proseguirà verso il sentiero Gores de Federa (punto di ritrovo presso il Ponte de Federa)», ha anticipato l’organizzazione.
Nelle tre settimane successive saranno offerte tre visite guidate gratuite «tra arte e botanica alla scoperta delle Dolomiti con la presenza di esperti botanici e dei curatori della mostra Arcipelago fossile»: l’8 e il 29 agosto verrà percorso il sentieri Gores de Federa (partenza alle 10.30, punto di ritrovo Ponte de Federa), mentre il 30 agosto si seguirà il sentiero Pian de ra Spines (partenza alle 10.30, punto di ritrovo entrata Camping Olympia).
La durata delle visite sarà di 60/75 minuti ed è vivamente consigliata la prenotazione (numero massimo: 30 persone). Info e prenotazioni: museo@regole.it, 0436 8766222.
Carlotta Minarelli: «Negli anni Settanta i land artists erano usciti dalle gallerie, utilizzando il paesaggio naturale sia come spazio espositivo che come oggetto artistico, offrendo uno sguardo nuovo su spazi aperti e incontaminati. Interventi irrimediabilmente effimeri. Sono rimasta affascinata dalla loro poetica e questa suggestione costituisce una delle principali forme di ispirazione del nostro progetto».
Fulvio Chimento: «Cercavamo artisti che avessero dimestichezza con la scultura e l’installazione, ma anche che sapessero adattarsi al contesto specifico per quanto riguarda la dimensione “eroica” nel progettare e allestire dei lavori di grande formato su dei sentieri in qualche modo impervi».
FC: «In T-yong Chung viene dilatata la componente spirituale già di per sé insita nel suo lavoro, ma il contesto specifico la potenzia esponenzialmente. Alessandro Ferri dimostra ancora una volta il suo saper realizzare lavori ad hoc di grande formato e suggestione in ambiente esterno, credo che questa possa diventare la sua cifra stilistica nei prossimi anni. Mentre in Federico Tosi emerge un rapporto molto forte e poco filtrato con la materia, sicuramente agire in questo tipo di contesto ha ampliato le già grandi potenzialità insite nel suo lavoro».
FC: «Nel sentiero di Pian de ra Spines è presente solamente Alessandro Ferri, che qui ha realizzato quattro opere, molto suggestiva a mio parere è una grande lettera “X” formata da grandi assi di legno che si intersecano. L’opera è posta in prossimità di una frana dando l’impressine di riuscire ad arginare il movimento progressivo di questo smottamento che si intravede già a partire dalla vetta della montagna. Mentre sul sentiero di Gores de Federa sono presenti tutti e tre gli artisti, le opere risultano particolarmente integrate rispetto al percorso, creando momenti di differente intensità. Pian de ra Spines è un percorso orizzontale, mentre Gores de Federa è un percorso ascensionale, che dalla valle nelle quale è dislocata Cortina conduce direttamente al raggiungimento delle vette delle montagne. Parliamo quindi di due sentieri tra loro profondamente differenti, collegati dall’idea del ritrovamento delle opere in ambiente esterno».
CM.: «”Arcipelago fossile” è un progetto transitorio, destinato a trasformarsi, le opere che costituiscono il percorso saranno soggette a deterioramento fino a scomparire: è arte che la natura si “riprende”, che non è creata per sopravvivere, ma concepita come un fenomeno transitorio e relativo. Il processo “degenerativo” delle opere fa parte del progetto».
CM: «Non abbiamo ancora progetti definiti, ma solo punti fermi come la collaborazione con il Liceo Artistico di Cortina e con l’istituzione delle Regole d’Ampezzo, oltre all’immutato desiderio di suggerire punti di vista differenti sull’habitat naturale. In questo modo puntiamo a far emergere le eccellenze culturali del territorio».
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