Categorie: parola d'artista

Parola d’artista | Curare il curatore | di Ermanno Cristini

di - 29 Ottobre 2013
Virginia Zanetti è un’artista toscana (1981), già presente, con le sue performance, installazioni ed opere permanenti, in collezioni italiane ed estere. Tra le sue realizzazioni più recenti Infinito/Due ma non Due, acquisito dal Mac di Lissone (MB) e l’opera permanente Gli occhi del mondo, per il progetto A Cielo Aperto, a Latronico (PZ); il prossimo 14 settembre sarà presente con la performance collettiva AscoltarTi al Museo di Villa Croce, per FreeQ,
Attualmente presenta a riss(e) Curare il curatore, un lavoro in progress di riflessione sulla curatela attraverso l’opera, invertendo i termini usuali del processo critico. Il progetto è iniziato nel 2011 con i ritratti per il libro A Brief History of Curating di Hans Ulrich Obrist e con la mostra a Berna integrata da una tavola rotonda che si tenuta alla Kunsthalle con Chistian Herren, Fabrice Stroun e lo stesso Obrist, proseguita nel 2012 con un intervento al Forte Militare di Chillon, a Montreaux, e con la partecipazione ad Arspolis a Lugano.

Quello a riss(e) è il suo quarto step, ogni volta il materiale espositivo si integra con nuovi elementi e prende forma con allestimenti diversi, ma in questo caso si arricchisce anche di un testo a più voci a cui hanno partecipato nell’arco dell’ultimo anno molti tra artisti e critici, segno evidente del fatto che il tema del rapporto artista/ curatore costituisce oggi un punto particolarmente nevralgico del dibattito artistico.
In occasione dell’opening della mostra Curare il curatore inaugurata lo scorso 22 giugno prorogata fino l’8 settembre nel mio studio riss(e), a Varese, il testo ha costituito la base di una tavola rotonda, moderata da Matteo Innocenti, che ne ha ulteriormente sviluppato i contenuti.
È questo un tema che, ovviamente, mi interessa molto essendo io spesso impegnato, da artista, in pratiche curatoriali. Molti dei miei progetti, ROAMING, DIALOGOS, L’OSPITE E L’INTRUSO, RISS(E) stesso, etc. presuppongono uno scambio dei ruoli come occasione di riflessione sul senso dei ruoli.
Ma soprattutto dinanzi ad un protagonismo sempre più marcato dei “curatori”, trovo particolarmente significativo che un artista provi, paradossalmente, a invertire il rapporto eleggendosi a “curatore dei curatori”.

E Virginia Zanetti lo fa ricorrendo a quelli che sono gli strumenti tradizionali dell’artista, l’acquerello anzitutto, che costituiscono la sintesi di un processo di raccolta e archiviazione fotografica realizzata soprattutto attraverso il web.
Occorre però sgombrare il campo da facili logiche di schieramento: se è vero che il crescente rilievo assunto dal “curatore” è probabilmente indice di una sofferenza del sistema dell’arte, spesso appiattito entro logiche di potere e di profitto, a nulla vale la “rivincita” degli artisti, in un’ottica del muro contro muro.
Il pregio del progetto di Virginia Zanetti credo stia principalmente nel dar corpo alla complessità della questione proponendo, più che delle risposte, una serie di domande dinanzi alle quali si disegna una necessità di ripensamento e di riequilibrio dei ruoli.
Il fenomeno ha radici che ci conducono lontano, a figure di grande respiro come quella di Szeemann o quella di Bonito Oliva. Impegnato in prima linea a fianco dei suoi artisti in un dialogo continuo,  Harald Szeemann attribuisce al pensiero critico un ruolo di primo piano. Bonito Oliva rivendica per la critica quella funzione “creativa e attiva” che ne fa al tempo stesso “strumento di indagine e apparecchio dialogico”. Sono forse questi i casi più evidenti in cui si incomincia a considerare l’artefice della curatela di una mostra al pari dei suoi attori, gli artisti. O addirittura lo si inizia a considerare come prim’attore. Ma stiamo parlando in questi casi di modalità di esercizio della critica; la pratica curatoriale in questa accezione ne è solo la conseguenza.

A caratterizzare il presente è invece forse una condizione in cui “il primo attore ha solo mestiere”, ovvero una crisi del pensiero critico si accompagna alla trasformazione della curatela da pratica a professione. Privata dello spessore critico la curatela diventa esercizio organizzativo, in ultima analisi amministrazione di un potere, politico o di mercato che sia, questo a prescindere dall’intelligenza delle sue modalità.
A fronte di questo, dalla tavola rotonda prodotta dal lavoro di Virginia Zanetti è emersa, seppur nella differenza delle posizioni, la necessità di riattribuire alla “cura” il suo valore originario per ritrovare forse, anzitutto, quella sollecitazione affettuosa di cui ci dice l’etimo della parola. Così una pratica, quella curatoriale, può diventare luogo di una fluidità dialogante che esercitandosi nello specifico dell’arte lo travalica per investire la vita, come metafora e come progetto. In altre parole una indistinguibilità dei ruoli entro un processo di progressivo scambio e sostituzione può contribuire a ridefinirne le specificità, emancipando da logiche sterili una dimensione, quella curatoriale, che costituisce un aspetto imprescindibile tanto del fare artistico che dell’azione critica.
Hanno partecipato al “testo polifonico” legata al progetto Curare il curatore:
(in ordine di apparizione): Antonello Tolve, Emilio Fantin, Matteo Innocenti, Ermanno Cristini, Pietro Gaglianò (con Elena El Asmar), Giancarlo Norese, Pier Giorgio De Pinto, Stefano Taccone, Ambra Pittoni, Emanuele Serafini, Luca Scarabelli, Valerio Deho, Pierfabrizio Paradiso, Angel Moya Garcia, Al Fadhil, Daniela Spagna Musso, Cecilia Guida, Yari Miele & Corrado Levi, Lisa Mara Batacchi, Francesco Lauretta, Francesca Longhini, Controcarretta della Speranza (Simone Ialongo & Tony Fiorentino), Massimo Marchetti, Gian Maria Tosatti, Alice Pedroletti, Vénera Kastrati, Studio ++, Davide Quadrio, Jean Marie Reynier, Alberto Zanchetta, Marcella Anglani, Katia Baraldi, Elena Bellantoni, Alessandro Laita, Alessandro Castiglioni, Sergio Racanati, Anna Stuart Tovini (UnDo.Net), Riccardo Lisi, Alessandro Di Pietro, Valentina Briguglio
RISS(E). STUDIO ERMANNO CRISTINI
Varese
via San Pedrino, 4 (cortile interno)
335 8051151 FAX 0332 240618
WEB – EMAIL – LINEA DIRETTA VIRGINIA ZANETTI dal 22/6/2013 al 8/9/2013
tutti i giorni su appuntamento telefonico

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