Duccio Maria Gambi, Guerra Fredda, 2019, courtesy NERO design gallery
Al MAC Museo dâArte Contemporanea di Lissone, a pochi chilometri da Milano, ieri sera Ăš stato assegnato il Premio Lissone Design 2019 a Duccio Maria Gambi (1981, Firenze) e una menzione speciale Ăš stata riservata a Simona Pavoni.
La giuria era formata da Giacinto Di Pietrantonio, Beppe Finessi e Alberto Zanchetta, Direttore del MAC e curatore dellâedizione 2019 del premio.
Sei gli autori e i gruppi di lavoro direttamente invitati a partecipare: Martina Brugnara, Duccio Maria Gambi, Simona Pavoni e i collettivi bn+ BRINANOVARA, Nucleo, Parasite 2.0.
«Lâambito tematico dellâedizione 2019 si inserisce in una ricerca liminare, in cui le discipline sfumano le une nelle altre; design e arti visive (che corrispondono alla doppia vocazione del MAC di Lissone) si interrogano sul concetto di âamnesiaâ», ha dichiarato il direttore del museo.
La scelta dellâinvito diretto affonda le proprie radici nella sperimentazione che hanno caratterizzato le edizioni piĂč recenti del premio: «le ultime edizioni del Premio Lissone Design hanno inteso aggiornare e arricchire la propria formula espositiva, aprendosi a nuovi paradigmi e a inediti criteri organizzativi. Lâaspetto che piĂč connota lâedizione corrente Ăš il connubio tra le forme espressive dellâarte e del design, âprogetto interdisciplinareâ che contribuisce alla valorizzazione storicistica e patrimoniale della CittĂ , ma si pone anche lâobiettivo di riflettere sia sullâodierno gusto estetico, sia sullâeterogeneitĂ dei fenomeni contemporanei», ha spiegato Alberto Zanchetta.
Queste le motivazioni del premio a Gambi: «Pur ritenendo tutti gli autori partecipanti di altissimo livello, la Giuria ha deciso allâunanimitĂ di assegnare il Primo premio a Duccio Maria Gambi, esprimendo un forte apprezzamento per lâevidente livello di maturitĂ raggiunta dallâautore con la serie Guerra Fredda, punto di arrivo di una ricerca ormai decennale sullâutilizzo alternativo dei tradizionali materiali dellâarchitettura. Gli oggetti presentati provano, riuscendoci, a riscrivere le tipologie classiche degli elementi dâarredo e propongono nuove forme e contemporanei colori applicati a sedimentate funzioni: oggetti come opere che mostrano una grande capacitĂ dellâautore di donare a questo nuovo âsistemaâ di arredo una evidente e originale valenza scultorea».
«La Giuria ha deciso di assegnare una Menzione speciale alla serie Custodia di Simona Pavoni per aver saputo realizzare, con materiali poveri messi in dialogo tra loro, opere di intensa e intima sensibilitĂ in cui si coglie un respiro sintonizzato alle migliori ricerche contemporanee che affondano le radici nelle esperienze dellâarte e del design radicale».
Le opere partecipanti rimarranno in mostra al MAC di Lissone fino al 15 marzo: «I bn+ BRINANOVARA propongono Set Elements for an Ancient Memory, unâinstallazione che evoca la ricostruzione museale di frammenti da sculture greche. Martina Brugnara espone la serie completa dei suoi Alloggiamenti, contenitori che si trasformano nel loro stesso contenuto. Duccio Maria Gambi presenta la collezione Guerra fredda composta da oggetti che accostano cemento e rivestimenti in ceramica. Il collettivo torinese NUCLEO ha selezionato alcuni arredi che si trovavano nellâappartamento dove si riuniva lâultima generazione di Futuristi, nascondendo e aggiungendo in essi scarti temporali sotto forma di solidificazioni. I Parasite 2.0 candidano al premio una sedia in marmo assemblabile in differenti configurazioni, alcuni elementi della serie Ugly-ism caratterizzata da unâestetica deforme e disfunzionale, infine rivestono con del nastro adesivo degli arredi di scarto. Simona Pavoni porta in mostra il ciclo Custodia, una serie di sculture che avvolgono fragili architetture di argilla cruda (piccole âprotezioniâ che soddisfano il bisogno di curare e conservare)».
Parallelamente alla sezione con le opere in concorso il museo ospita altri sei progetti espositivi con opere, oggetti, interventi site-specific, documenti e fotografie dâepoca:
âOggi era il 1965â, dedicata agli arredi progettati da Alberto Salvati e Ambrogio Tresoldi per la mostra âMobili per la casa dâoggiâ allestita al Palazzo del Mobile di Lissone nel 1965.
âColore espansoâ con documenti, articoli di giornale e una dozzina di fotografie inedite di un intervento realizzato nel 1970 da Giuliano Barbanti allâinterno di un alloggio popolare del quartiere Missaglia di Milano.
âProgetto-Pitturaâ, in cui Maurizio Duranti, artista, architetto e designer, torna alla pittura con il grande wall-painting che lâautore ha realizzato in forma permanente allâinterno del Museo di Lissone.
âAsĂ ratos Ăikosâ ospita le sculture di Luca Freschi che si confrontano con il presente riecheggiando e rievocando antichi scenari della cultura greca (lâasĂ ratos ĂČikos o âpavimento non spazzatoâ).
âRi/tratti somaticiâ raccoglie i ritratti fotografici di Andrea Branzi, Paolo Deganello, Anna Gili, Alessandro Guerriero, Ugo La Pietra, Franco Raggi e Nanda Vigo che Max Falsetta Spina ha realizzato «con la tecnica del multiscatto; ciascun ritratto Ăš affiancato a un disegno fornito dagli stessi designer, a raccontare la loro identitĂ con segni e tratti somatici».
âDescartes Wall Paper Systemâ: le grandi vetrate dâingresso del Museo ospitano un sistema di carte da parati progettato da Stefano Tonti.
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