Il restauro
Dal 7 novembre sarà nuovamente possibile visitare la Cappella di San Giacomo, nella Basilica del Santo a Padova: si sono infatti conclusi i lunghi lavori di restauro che ormai da sei anni interessavano la Cappella. Il progetto di restauro prevedeva un intervento sugli affreschi della Cappella – opera di Altichiero da Zevio e di Jacopo Avanzi – che è stato realizzato in tre distinte fasi di lavoro: il consolidamento della struttura, la pulizia degli antichi affreschi e la reintegrazione pittorica delle zone che presentavano le lacune più gravi ed estese. Il momento più delicato dell’intervento è stato quello della pulitura che, pur tentando di eliminare le tracce di pittura dei secoli XVIII e XIX, ha conservato interventi più antichi, di notevole importanza. Il restauro degli affreschi è stato coordinato dalla Veneranda Arca di S. Antonio e realizzato dal Laboratorio Art e Restauro di Padova, per la direzione della dott. Alma Maria Tantillo, come Ispettore del Ministero per i Beni e le attività culturali. L’intervento di restauro, finanziato grazie ai fondi previsti dalla legge per i percorsi giubilari esterni al Lazio, rientra nel programma Restituzioni. In occasione dell’inaugurazione del restauro è stato organizzato un concerto durante il quale l’Orchestra Sinfonica Carlo Cocchia eseguirà musiche di Johannes Brahms, di Giuseppe Verdi e di Richard Wagner.
La Cappella
La Cappella di San Giacomo venne affrescata dal veronese Altichiero da Zevio e dal bolognese Jacopo Avanzi nel XIV secolo. La decorazione pittorica venne commissionata da Bonifacio Lupi di Soragna, cavaliere di Parma ed ambasciatore dei Carrara a Bologna e presso la Corte di Ungheria, ad Andriolo de Santi, il responsabile del progetto architettonico, il quale coinvolse Zevio ed Avanzi nella realizzazione degli affreschi. Avanzi preparò per la cappella la decorazione di cinque delle otto lunette che illustrano le Storia di S.Giacomo maggiore, ispirandosi al racconto della Leggenda Aurea; Altichiero realizzò invece una grande Crocifissione, una Resurrezione ed una Pietà che contribuiscono a definire il valore funerario della Cappella. I due artisti, entrambi influenzati dalla scuola giottesca, lavorarono insieme, ma i due diversi stili che li caratterizzano rendono inconfondibili le loro opere: particolarmente coinvolgente risulta la drammaticità della Crocifissione, che si realizza sotto lo sguardo fisso di una folla attonita.
Gli artisti
Le notizie sui due artisti che collaborarono alla realizzazione degli affreschi della Cappella di San Giacomo si perdono nel tempo e non sono precise. Di Jacopo Avanzi, attivo nella seconda metà del XIV secolo, si sa soltanto che firmò – come Jacobus de Avanciis – la Crocifissione di Galleria Colonna a Roma, che realizzò le cinque lunette della Cappella, poi completate da Altichiero, e le Storie di Mosè della chiesetta di Mezzaratta a Bologna. Ci è giunto un numero maggiore di notizie riguardo all’attività di Altichiero da Zevio: partito da scelte artistiche e decorative modellate sull’esempio di Giotto e di Giusto de’Menabuoi nelle sue opere (Famiglia Cavalli presentata alla Vergine nella Chiesa di Sant’Anastasia a Verona, Affreschi della Cappella di San Giacomo, della Cappella di San Felice e della Cappella di San Giorgio nella Basilica del Santo a Padova) egli realizzò una personale fusione tra la rappresentazione tipicamente toscana dei grandi spazi e il concreto senso padano della realtà. Il colore dei suoi affreschi è sempre morbido, la luce soffusa, la rappresentazione solenne, realista e ritmica.
In collaborazione con
[exibart]
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