Fino al 03.X.2015 | ETEROTOPIA. Borondo/Sbagliato/Canemorto/E. Tresoldi/J. Mandich | Ex Dogana, Roma

Scomodano nientemeno che Foucault, con lo spazio “definito” ma “assolutamente differente”, i giovani curatori di Studio Volante e Dead Poets Society alle prese con una mostra nata in poche settimane ma che si configura come una delle più interessanti del panorama romano, ospitata nei suggestivi spazi dell’Ex Dogana. Lo fanno con consapevolezza ma soprattutto con curiosità, poiché gli artisti coinvolti nella mostra-sperimentazione sono tra i più colti della scena artistica giovane italiana (n.d.r. unico straniero Borondo, che ha avuto la sua crescita artistica proprio a Roma). L’idea di un’ “utopia situata nello spazio” ha attivato un lavoro progettuale in cui le menti creative si sono affiancate al gruppo di amici nella vita, dando origine ad un fermento sempre auspicabile e in realtà sempre più raro in tempi di esibizioni usa e getta.

Calamita e polo dell’energia creativa, l’artista Borondo (Valladolid, 1989) ha realizzato due grandi installazioni sul tema dell’uomo e della sua anima: che compare, scompare e si inginocchia in una cupa meditazione. Una scossa elettrica che guida all’interno del percorso. Poco conosciuto dal grande pubblico, ma osannato nel mondo “urban”, il collettivo Canemorto fa entrare lo spettatore in una sorta di camera degli specchi in chiave post-espressionista, tanto più grande quanto più ci si sente piccoli al suo interno. Grande conferma per il lavoro degli Sbagliato, raffinata crew di architetti, che con un’ossessiva operazione di campionatura dell’elemento costruito e del paesaggio, regala inedite visioni ed aperture sul mondo attraverso un utilizzo del tutto originale della poster art. Affollano e definiscono lo spazio circostante, i due scultori presenti in mostra: Jacopo Mandich (Roma, 1979), con le sue contorsioni antropomorfe del legno ed Edoardo Tresoldi (Vimercate, 1987), con figure umane colte in uno sforzo contemplativo, duplicato nello spazio nel passaggio dalla dimensione tridimensionale a quella bidimensionale di platonica memoria.

mostra visitata il  7 settembre