Immagini a colori che paiono monocromatiche, figure statiche non protagoniste, perse in un contesto visibilmente non proprio, atterrite, stupefatte e del tutto inermi all’interno di un mondo che pare irreale e futuristico, fin troppo. È questa la contestazione apparente di una artista sensibilmente consapevole dell’accelerazione inumana del tempo moderno, che con le
Non c’è natura intorno, né il vago ricordo di un albero, un fiore, persino dell’aria. Sembra impossibile persino respirare, ed, in effetti, non lo si fa. Lo strapotere del cemento annulla totalmente ed irrimediabilmente la componente naturale, ed obbliga alla non – vita. Non può esservi vita, infatti, se non in armonia e nel rispetto della natura, e questo un giapponese lo sa. L’ordine, la pulizia, ma al contempo l’asetticità che le abbraccia, non può essere vista con occhi benevoli: è inaccettabile.
Non a caso, Yanagi vive a Tokio, dove proprio le sue più
E non a caso, ancora una volta sussurrando gentilmente, è proprio da Tokyo che parte la sua contestazione fotografica, alla riscoperta di quelle piccole farfalle che un tempo facevano capolino dalle siepi dei giardini giapponesi. Le sue bambole in uniforme tutte uguali, dichiarano apertamente il loro imbarazzo verso una modernità che premia il singolo emergente.
Mute, queste donne manichino rimangono atterrite paradossalmente proprio di fronte ad una società che
È la sconfitta dell’individualismo egoista occidentale, che, nonostante la sua risonante e tanto predicata “giustizia” difesa fin anche all’inverosimile, si ritrova vinto dal silenzio della meditazione della filosofia orientale.
Tutte uguali ma unite, queste timide ragazze, riescono a mettere in secondo piano l’enorme spazio circostante, e con la tranquillità di sempre decidono di propria sponte di non essere protagoniste, ma di ritornare alla semplicità ed umiltà di sempre, che sola riuscirà a combattere, e vincere al fine, il disvalore imperante.
Non pare morta la speranza, quindi, di “riottenere il proprio giardino”, e il mirino d’ombra, ora solo agli angoli dell’obiettivo, va lentamente ma inesorabilmente chiudendosi, proprio all’interno della macchina fotografica della Yanagi… La morale di una vita di scatti e di pensieri, è la stessa da sempre e cioè, come dice un vecchio proverbio giapponese, Iddio dimora nella testa degli onesti
E la vittoria come sempre, non sarà salutata con un sorriso, ma con un tenero e riservato inchino del capo…
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