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Fino al 10.VII.2016 | The Lost Art of Drawing | Centro Studi Americani, Roma

di - 2 Luglio 2016
Come si formavano gli architetti a Roma tra fine Ottocento e inizi Novecento? Prima cioè della secessione dall’Accademia di Belle Arti e dell’istituzione della Scuola Superiore di Architettura? E quali conseguenze ha avuto questa scissione sull’evoluzione professionale dell’architetto? L’occasione di riflettere su questi temi è offerta ora da una splendida mostra intitolata “The Lost Art of Drawing. L’arte perduta del disegno”, curata con grande perizia da Costanza Barbieri e allestita a Roma nelle prestigiose sale di Palazzo Antici Mattei, sede del Centro Studi Americani.
Fortemente voluta da Mario Alì, del Centro Studi Americani e da Tiziana D’Acchille, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma, e frutto di una felice sinergia tra istituzioni che ha coinvolto anche la Soprintendenza archivistica del Lazio, l’esposizione presenta per la prima volta al pubblico una quarantina di magnifici disegni di architettura, conservati nel Fondo storico dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Sono disegni realizzati tra il 1887 e il 1921 dagli allievi del Regio Istituto di Belle Arti, come allora era denominata l’Accademia di via Ripetta. Dalla scuola di Architettura al Ferro di Cavallo, infatti, sono usciti alcuni tra i maggiori architetti della Roma umbertina, come Manfredo Emanuele Manfredi e Guido Cirilli, incaricati di portare a termine il Monumento a Vittorio Emanuele II dopo la morte di Giuseppe Sacconi. Altri brillanti allievi di cui vediamo i disegni, come Agostino Benini, sono poi divenuti professori a loro volta. La formazione artistica degli architetti, che si accompagnava naturalmente a quella tecnica, prevedeva che gli allievi si impadronissero del linguaggio dei grandi stili del passato, perciò i soggetti riflettono il gusto eclettico dell’epoca.

In mostra vediamo esercitazioni di ornato, di disegno dal vero di architetture storiche e di progettazione di chiese, teatri, biblioteche, musei, che rivelano una straordinaria qualità d’esecuzione, oggi inimmaginabile.  Ciò che affascina di questi disegni, spesso eseguiti come saggi finali di diploma, è la resa dei contrasti cromatici, l’uso sapiente degli effetti chiaroscurali, la maestria nella prospettiva all’acquerello. Il disegno non era allora inteso solo come strumento di progettazione, ma era l’anima comune alle arti, una forma di conoscenza e di indagine della realtà in grado di accendere la creatività. Per questa ragione il titolo dell’esposizione, che riprende quello di un editoriale dell’architetto americano Michael Graves apparso nel 2012 sul «New York Times», ha un sapore nostalgico. Graves, infatti, denunciava proprio il rischio che oggi la perdita del disegno, dovuta all’uso del computer, si traduca in un impoverimento del processo creativo. La mostra è accompagnata dal bel catalogo edito da l’Erma di Bretschneider con saggi di Gianni De Gennaro, Tiziana D’Acchille, Fabio Filocamo, Mauro Tosti Croce, Elisabetta Reale, Costanza Barbieri, Piero Cimbolli Spagnesi, Pietro Roccasecca, Barbara de Iudicibus e schede di Giovanna Neri, Francesco Rotatori  e Francesca Sacchini.
Flavia Matitti
mostra visitata il 21 giugno

Dal 21 giugno al 10 luglio 2016
The lost art of drawing. L’arte perduta del disegno.
Disegni inediti di Architettura dell’Archivio Storico dell’Accademia di Belle Arti di Roma,
Centro Studi Americani, Palazzo Antici Mattei, Via Caetani, 32 – Roma
Orari: dal mercoledì al venerdì dalle 14:00 alle 17:00

Nata a Amsterdam nel 1964, è storica dell’arte e giornalista. Vive e lavora a Roma, dove insegna Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti. E’ autrice di saggi che spaziano dal Barocco romano all’arte contemporanea, dall’iconografia alla storia delle mostre, con una predilezione per i rapporti dell’arte con la letteratura, la fotografia e l’esoterismo. Tra i suoi libri più recenti: la raccolta di scritti di Fausto Pirandello, Riflessioni sull’arte, curata con Claudia Gian Ferrari (Abscondita, Milano 2008); Fausto Pirandello. Gli anni di Parigi 1928-1930 (Artemide, Roma 2009); e, con Gerd Roos, «Londra d’estate è quanto mai metafisica». Giorgio de Chirico e la galleria Alex. Reid & Lefevre. Un carteggio inedito 1937-1939, (Scalpendi Editore, Milano 2012). In occasione di «Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016» e poi di «Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017» ha curato la mostra Artiste al lavoro. Il lavoro delle donne. Capolavori dalle Raccolte d’arte della Cgil (Mantova, Palazzo della Ragione e Pistoia «La Cattedrale», ex Breda; i cataloghi sono curati con Patrizia Lazoi).

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