Ormai li conosciamo e li ritroviamo – senza grandi sorprese – in un percorso che occupa tutto il secondo piano della GCAM.
Si inizia con gli inconfondibili frammenti corporei di Alessandro Gianvenuti (Roma, 1974): mani e piedi soprattutto (ma c’è anche qualche volto) trasformati dallo scanner – alter ego in immagini digitali che poi verranno ulteriormente sottoposte a filtri colorati, quindi allungate, deformate fino a perdere la loro struttura anatomica, complice la serie di opzioni, che sembra quasi infinita, offerta dal supporto tecnologico. Potere del codice binario.
Interessante – quando non scivola pericolosamente in soluzioni troppo accattivanti – l’unione di volti, loghi, immagini dalla ‘rete’, interferenze di linee proposta nelle opere di Matteo Basilè (Roma, 1974), stampe digitali su alluminio: un codice a barre può stamparsi su una tempia, una successione di numeri imprimersi sulle labbra, un tratteggio può scalfire una figura o lo sfondo uniforme, nessuna superficie si mantiene intatta.
Attraversato il ‘ponte’ di raccordo, nell’altra ala, le ultime due sale. Non avanziamo ipotesi circa l’identità di Giuseppe Tubi: esiste – ci hanno detto – come presenza informatica (con il nome rubato ad un avversario storico di Topolino) e deve essere un’entità alquanto ripetitiva, sia nella scelta di sfocare sempre le immagini rendendo la trama dei pixel ben evidente, che nella reiterazione dei soggetti, dal preteso ‘futurismo informatico’ ai frame con scene di sesso più o meno esplicite.
Infine lo spazio dedicato ad una sorta di esposizione collettiva, con alcune delle opere degli esordi: l’allestimento sembra concludersi con uno sguardo indietro, che ripercorre circa sei anni tra gallerie private e l’ingresso negli spazi istituzionali (Basilè e Gianvenuti hanno partecipato alla retrospettiva sulla videoarte a Palazzo dei Diamanti).
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maria cristina bastante
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bhe non ha tutti i torti questo commento qui sotto eh!
e basta con questi "artisti da photoshop"
Ma dove sta la sostanza in queste opere... dove vi è solo una discutibile ricera formale..
e non sempre piacevole.
Un cosiglio a questo Marziani; guardati in giro che c'è di meglio anche nella tua stessa città.
Sta pittura digitale sa già di stantio...
se le mostre non vi piacciono, nessuno vi costringe a visitarle e ha recensirle con questo livore o quasi schifo, grazie!
ah daniele ma sei proprio gnorante, ma chi te l'ha imparato l'itagliano? ammazzate aho! Ma vacce a squola no???
a me mi piace solo Basilè
... Daniele... a dir la verità... l'unico schifo che vedo in questa pagina sono i tuoi errori ortografici.
" e ha recensirle"????
Semplicemente vergognati!
Ciao, Biz.