Dopo la mostra di Düsseldorf presso la Galleria Thomas Flor lo scorso novembre, i lavori di Michaela M. Langenstein (München, 1952) e Max Renkel (München, 1966) si ritrovano nuovamente fianco a fianco in una doppia personale. Entrambi gli artisti, residenti a Roma, lavorano sul rapporto tra figurativo e astratto, accomunati dall’amore per la bellezza e le sue forme, esplorate attraverso un’innata sensibilità e una tecnica sperimentale.
Max Renkel presenta in questa occasione un cut-out, un disegno a matita, una lineotipia, una serie di acquerelli e alcune pitture a tempera. L’artista passa agilmente da una tecnica all’altra mantenendo una propria coerenza estetica e stilistica. Nei dipinti i soggetti, ridotti alla loro forma più pura, sono dettagli di figure femminili realizzati attraverso grandi campionature timbriche. Gli acquerelli, compiuti tracciando un unico tratto irripetibile, si basano su una varietà di schizzi e studi. La femminilità nelle opere di Max Renkel viene fuori in tutta la sua delicatezza, discostandosi dall’immagine forte, sfacciata e spesso volgare, con cui molti artisti contemporanei sono soliti rappresentarla.
Michaela M. Langenstein porta avanti una sperimentazione fotografica accurata, iniziata circa trent’anni fa. Per questa mostra ha realizzato una serie di scatti inediti, in bianco e nero e a colori. L’artista utilizza la camera oscura come un pennello, osserva la natura e i suoi processi e attraverso la tecnica ne esalta la bellezza. Piume, ali di libellula, fiori e foglie: sono solo alcuni degli elementi che vanno a formare la composizione dei suoi lavori fotografici. L’artista agisce sulla luce, sui tempi, sulle variazioni dei bianchi e dei grigi, lasciando che ogni sfumatura di colore dia il giusto risalto alla forma già perfetta di questi resti naturali. Spesso la tecnica si confronta anche con la casualità e l’errore -come l’ossidazione della carta- in un processo artistico complesso.
Una delle stampe a colori ritrae una pila di giornali datati 2000-2006, accatastati a formare una scultura che cresce seguendo l’irregolarità della parete retrostante. Altri soggetti preferiti della Langenstein? Anche gli animali selvatici, simbolo di bellezza e umiltà.
fabrizia palomba
mostra visitata il 25 maggio 2006
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