Il Festival Internazionale di FotoGrafia di Roma, prodotto da Zone Attive sotto la direzione artistica di Marco Delogu, giunge ormai alla sesta edizione, diventando un punto di riferimento internazionale del settore. In questa occasione, ampliando l’offerta di mostre ed eventi grazie anche al coinvolgimento di nuovi partner istituzionali e privati, con un circuito di ben oltre 120 mostre nell’arco di due mesi, aspira ad analizzare sotto la denominazione Questione Italiana l’evoluzione e le nuove forme espressive e di ricerca a disposizione della fotografia moderna italiana.
In tale cornice la doppia personale di Gabriele Basilico e Francesco Jodice mette a confronto la fotografia di due diverse generazioni intorno ad uno stesso argomento: la città, intesa come teatro dove ogni persona e oggetto svolge un ruolo particolare. Così, nella parte sinistra dello spazio espositivo Gabriele Basilico (Milano, 1944), uno dei più noti fotografi documentaristi europei, presenta cinque immagini della serie Monaco, concepita secondo il suo metodo progettuale dei “ritratti collettivi”, nato con i Ritratti di fabbriche di Milano nei primi anni Ottanta. In essi uno degli aspetti analizzati con più persistenza è quello delle stratigrafie e delle sovrapposizioni che si vengono a creare tra vecchie e nuove strutture, tra natura intesa come tradizione e i prodotti artificiali della società di massa. In questo senso, lavorando sulla “lentezza dello sguardo”, enfatizza più il rapporto tra uomo e ambiente che la semplice descrizione formale dei luoghi, evidenziando la negazione delle persone e persino del traffico nella confusione quotidiana delle strutture che emergono sovrastanti.
Francesco Jodice (Napoli, 1967; vive a Milano) presenta invece cinque fotografie della serie What We Want nella quale lui stesso definisce il paesaggio “come proiezione dei nostri stessi desideri”.
Raccogliendo e comparando con metodo quasi scientifico l’osservazione di fenomeni simili in diverse parti della terra, accenna al mutamento delle cose, e come conseguenza dei concetti essenziali, in un mondo globalizzato. Un mondo nel quale risulta quasi impossibile differenziare caratteristiche particolari e circoscritte ad un determinato luogo. Gli individui contemporanei: così lontani, così omogenei.
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