I quattro artisti che inaugurano il nuovo
programma della Nomas Foundation indagano in quattro modi differenti il
rapporto con il passato, un tema che prefigura lo sviluppo della terza stagione
di Nomas secondo un piano di inedita articolazione del rapporto tra arte
contemporanea, scrittura, linguaggio e gesto, che hanno pervaso finora il
pensiero alla base delle iniziative proposte.
Nemanja
Cvijanovic propone la distanza della Storia, rappresentata dal volto di Marx
mandato in onda da uno schermo televisivo con una lacrima in sovraimpressione,
fallimento della Storia come materia di studio, fagocitata dagli interessi
economico-politici e incapace di recuperare l’autentica dimensione della
memoria.
Nedko
Solakov si serve in questa occasione dell’ausilio della scrittura per
comporre due serie (Deeply pessimistic
stories e Stories with happy endings) che si snodano come pagine di
un libro da guardare e da leggere sui muri della fondazione, in una dimensione
più narrativa e introspettiva che però pone una serie di interrogativi universali
tramite l’uso del non-senso e delle questioni paradossali, facendo sollevare
più di un sopracciglio.
L’emigrata Rosa Barba recupera uno stralcio di una conferenza tenutasi nel
1949 tra eminenti personalità per discutere l’idea di moderno del futuro.
Usando due proiettori che gettano luce uno sull’altro e giocando con la
sovrapposizione delle voci, ottiene più che altro l’immediato effetto del
“parlarsi addosso”, una delle principali critiche che si possano muovere
all’attuale sistema dell’arte, accentuando anche il senso di ridicolo dovuto al
fatto che l’argomento del contendere risale a 60 anni fa.
Infine, Christina Mackie usa spunti ed elementi anche presi da opere d’arte
del passato (in questo caso dall’opera di Hogarth
The Bench) per rendere in forma
visiva e “fisica” il processo creativo e di studio che la anima, in un
tentativo di ricreare lo spazio del “non finito” in cui le idee prendono forma.
Il ripetersi di oggetti e forme scandisce questo processo e chiude il cerchio, riportando
l’attenzione sul modo più intimo e personale di intendere il tempo e, quindi,
la Storia.
articoli
correlati
Rosa
Barba da Giò Marconi
Cvijanovic
a Roma
Mackie
da Sonia Rosso
Solakov
alla Galleria Borghese
chiara
ciolfi
mostra visitata il 9 ottobre 2010
dall’otto ottobre al 18 novembre 2010
Sillabario
Nomas Foundation
Viale Somalia 33 (quartiere Africano) – 00199 Roma
Orario: da martedì a venerdì ore 14-19
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0686398381; info@nomasfoundation.com; www.nomasfoundation.com
[exibart]
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…
Talk, inaugurazioni, musei aperti, gallerie in rete, nuove mostre e il Premio WineWise per una gita fuori porta: gli appuntamenti…
A Milano, dal 5 dicembre 2025, apre Ambrosius, il nuovo percorso museale della Basilica, che intreccia patrimonio storico, ricerca scientifica…