Finalmente una mostra divertente, spiritosa e accattivante.
Cosmorama è veramente una piccola Odissea, ai confini dell’assurdo e del non sense, ma ricca di poeticità e raffinato senso estetico.
Italo Rota è un architetto di fama internazionale. La sua casa è in un bel quartiere milanese, di cui sinceramente non ricordo il nome. Comunque: il suo appartamento somiglia veramente ad uno di quegli studioli del Seicento, ricco di sorprese e stranezze ad ogni angolo. Solo che Rota non colleziona pezzi del passato, ma frammenti della nostra quotidianità, della realtà in cui siamo cresciuti e cresciamo, tra pupazzetti di South Park e libri dell’Internazionale Situazionista, tra le sorprese degli ovetti Kinder e stupendi libri d’artista firmati Oldemburg e Warhol . La mostra ora presente alla Galleria Nazionale, rivela in realtà solamente una parte della collezione dell’architetto, dedicata alle visioni dell’architettura nel periodo delle prime conquiste spaziali.
Lo spazialismo e la spazialità sono i temi principali intorno ai quali ruota la mostra, che si propone di ripercorrere ed indagare le ricerche della cultura artistica e architettonica ispirate al tema dello spazio e maturate negli ultimi quarant’anni, con particolare
Appesi al soffitto della sala Dossier due tute da astronauta galleggiano nello spazio, mentre ai libri, appoggiati su una distesa di tavoli, sono affiancate alcune serie di oggetti riferiti alle varie sezioni, tra cui cianfrusaglie tipografiche, space man, robot (il primo robot giocattolo creato dall’artista futurista Fortunato Depero ), un casco da astronauta. Una frase di Konstantin Ziolkovski potrebbe essere considerata come il leit motiv della mostra: “la Terra è la culla dell’umanità. Ma non si può vivere per sempre nella culla”, dunque come sostiene Italo Rota, è ora di iniziare il proprio viaggio nello spazio.
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