“La pittura mi dà da vivere. La mia arte è una scusa per andare nei bar a bere e a incontrare gente”. Con questa battuta Robert Guinan (Chicago, 1934) ha dato inizio alla conferenza stampa della mostra a lui dedicata nelle prestigiose sale di Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia. Guinan è un artista di origine irlandese che vive in America. Di carattere schivo e riservato, in presenza del direttore dell’Accademia, Richard Peduzzi e del critico Duccio Trombadori ha illustrato ai giornalisti la ragione della sua arte. Interrogato sul perché le sue opere siano pervase da un’aura triste e dominate da tonalità scure ha risposto che tende ad essere eccessivamente romantico e melanconico. E che la sua visione della vita è tragica.
Il suo è un viaggio nel profondo della metropoli americana e dei suoi abitanti, fatto di colori apparentemente smorzati, che conservano però una loro intrinseca luce. Guinan ritrae la periferia cittadina, fatta di bar desolati, personaggi afflitti dalla stanchezza e dal male di vivere, alcolisti, anziani soli, passeggeri notturni dentro la metropolitana vuota, colti nella loro fragile intimità, attraverso uno sguardo di compartecipazione e di umanità che si colloca nella grande tradizione letteraria di Faulkner, Carver e Fitzgerald.
Pur vivendo negli Stati Uniti, l’artista possiede da sempre affinità elettive con la Francia, un luogo che gioca un ruolo importante nella sua vita: lì la sua arte è stata apprezzata dal gallerista parigino Albert Loeb, che fin dagli inizi ha creduto in lui esponendo le sue opere, e lì può vantare illustri estimatori come Mitterrand e Jospin. Inoltre, c’è un filo particolare che lo lega a Toulouse-Lautrec che, come lui, amava frequentare locali notturni e cafés malfamati per ritrarre prostitute, bevitori incalliti e ballerine.
La grande retrospettiva di Villa Medici è notevole per la qualità e la quantità delle opere esposte (circa la metà della produzione di Guinan), oltre che per la varietà dei pezzi: quadri, disegni e litografie provenienti da prestigiose collezioni internazionali, dagli anni ’70 fino ai primi anni ’90. Numerosi i ritratti femminili e maschili di gente di colore còlta nell’intimità delle case e delle abitazioni. Come il quadro che ritrae una donna mezza svestita appoggiata sul comò della sua stanza da letto mentre si guarda allo specchio (When you got a good friend, 1987) o la sala di aspetto di un bordello turco che ci riporta ai lupanars di Toulouse-Lautrec (Ankara 1956: in the General House, 2002) Tra i personaggi che affollano le tele di Guinan, tanti i musicisti jazz di colore, a testimonianza del suo grande amore per la black music.
consuelo valenzuela
mostra visitata il 9 giugno 2005
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