Come per ogni festa che si rispetti, ognuno degli organizzatori ha portato i propri ospiti, con tanto di regalo: il critico Gianluca Marziani, lo studioso Enrico Fornaroli e il regista e collezionista di fumetti Giancarlo Soldi hanno invitato una ventina di artisti a confrontarsi sui temi, niente affatto scontati, de “l’invasione artistica nel fumetto più raffinato” e della progressiva diffusione di certi “immaginari fantastici” nel panorama artistico contemporaneo.
Una Banda in cui ognuno disegna, dipinge, filma, senza troppe norme da rispettare e con la voglia di fornire piuttosto degli spunti, delle visuali differenti, invece che sancire un’univoca tendenza. La fantasia, a briglia sciolta, si ritrova in molte delle opere che lo Studio Miscetti ospita. Disegni visionari, richiami alla classica mitologia del fumetto (Jim Lee, Tavola da Superman) esplicitazioni su sesso e vizi vari, illustrazioni “anomale” (la tempera su fumetto di Paolo Canevari) e, ingegnoso, il Libro Bianco di Soldi. Un libro virtuale, dove si sfogliano pagine che raccolgono i video con le testimonianze di Bernardo Bertolucci, Giovanni Gandini, Giulio Giorello, Marco Lodoli e Tiziano Sclavi. Ogni facciata riconosce e propone un autore che ci parla del proprio rapporto col fumetto, le emozioni e i ricordi che suscita.
Ad esplorare le molteplici correlazioni tra fumetti e arte ci pensano anche tutti gli altri ospiti di Gianluca Marziani, da sempre innamorato dell’arte pop (Thomas Bires, Enrico Corte, Massimo Giacon, Fausto Giliberti, Adrian Tranquilli, Sandra Virlinzi) e quelli di Enrico Fornaroli (Lee Bermejo, Giuseppe Camuncoli, Gabriele Dell’otto, Federico Farnesi, Francesca Ghermandi, Gipi, Giuseppe Palumbo, Squaz & Paper Resistance, Sergio Toppi e Vanna Vinci).
Linguaggi diversi, inconsueti o “storici”, inquietanti o divertenti: sono tutti sfaccettature di una dimensione, quella del fumetto, nella quale l’atmosfera solo apparentemente disimpegnata riesce a trasformarsi in un’espressione artistica vera e propria. Un mondo in cui le emozioni più profonde della vita reale –o dell’immaginazione– prendono corpo in un linguaggio ormai noto a tutti, accessibile ma contemporaneamente e finalmente, sempre più dotato di una sua, speciale, dignità estetica.
cristina del ferraro
mostra visitata il 24 novembre 2005
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