“Curiosità e tesori da ogni parte del mondo”. Questa scritta, che troneggiava all’ingresso del casino di campagna del cardinale Stefano Borgia (1731-1804) a Velletri – che oggi purtroppo non esiste più – è stata scelta quale titolo della mostra sui tesori dei Borgia, allestita recentemente nel palazzo comunale di Velletri. Discendente di una famiglia che è rimasta nota nella storia soprattutto per le nefandezze perpetrate nella sua rincorsa al potere (sembra che il termine nepotismo sia stato suggellato dall’operato di papa Callisto III Borgia che nominò cardinali due dei suoi nipoti, di cui uno, Alessandro VI, è il padre di Lucrezia e di Cesare, che ispirerà al Macchiavelli il suo libro più famoso: “Il principe ”), Stefano Borgia coltiva durante la sua vita una grandissima passione: quella per il collezionismo dell’arte.
Il cardinale riesce così a mettere insieme un’importante collezione d’arte che lascia strabiliati tutti i grandi letterati dell’epoca a cominciare dallo stesso Goethe – che vi si recherà due volte – e palazzo Borgia a Velletri diventa nel ‘700 una casa museo che fa parte del Grand Tour , sulla strada da Roma a Napoli, dove si fa tappa per poter ammirare da vicino gli straordinari oggetti raccolti dal cardinale. Antichità egizie, greche, volsche, etrusche, indiane, oggetti provenienti dal nuovo Mondo che vengono spediti a Stefano Borgia dalle missioni cattoliche.. A seguito della morte di Stefano Borgia, la collezione venduta a diversi sovrani dal nipote Camillo va dispersa e questa è la prima volta che si cerca di ricomporre la collezione Borgia così com’era ai tempi del cardinale. Gli oggetti messi insieme sono circa quattrocento e spaziano in diversi campi artistici.
Dal mondo antico (importanti i reperti romani, etruschi, ed ellenici)al nuovo mondo (oggetti delle Americhe e dell’Oceania, provenienti questi ultimi, secondo alcuni, dalla prima spedizione di Cook), si attraversa l’Oriente con le antichità egizie, il museo arabico-cufico ed il museo indico.
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consuelo valenzuela
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