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fino al 6.I.2009 | Etruschi | Roma, Palazzo delle Esposizioni

di - 10 Novembre 2008
Partendo dalla memoria archeologica, dalla valutazione di un passato plurimillenario, si gustano resti vivi ancora nell’oggi, mirabili nella loro fattura, evocativi di uno splendore ricreabile per gli occhi e la mente. Perché gli Etruschi al Palazzo delle Esposizioni, sotto Bill Viola e sopra una mostra fotografica in ricordo di Bruce Chatwin? La risposta è semplice: arte valida adesso, non solo testimonianza di un remoto passato.
I reperti provenienti dai quattro maggiori insediamenti dell’Etruria sono organizzati e disposti come in una composita installazione contemporanea. Per i vasi, i gioielli e altri piccoli oggetti c’è l’esigenza delle teche, ma non è il principio della conservazione quello che domina la mostra, piuttosto quello dell’apertura e dell’accoglienza di uno spettatore del XXI secolo.
Uno dei motivi fondamentali che percorrono la mostra è quello della somiglianza e dei contatti con il Mediterraneo orientale. Senza offrire spiegazioni storiche più o meno controverse, vasi in stile attico e corinzio di importazione vengono affiancati e paragonati a loro omologhi realizzati nella nostra penisola. Nei materiali, nello stile, in soggetti come leoni e danzatori la distanza è impercettibile. Di chiara ispirazione al Medio oriente sono anche le statue di suggestive fattezze e dimensioni, raffiguranti sfingi, arieti e pantere, centauri e cavalieri su ippocampi, per concludere con una finissima testa femminile di greca precisione ma addolcita e ammorbidita dal nenfro, pietra dalle rosee e auree sfumature.

S’indirizza invece a un gusto per la magia tuttora non estinto il grande lebete in bronzo ossidato, decorato da cinque protomi leonini: teste sporgenti dal bordo di una verde vasca, a instillare un senso di mistero. Un ponte di più rapido accesso al mito e all’aldilà parte dai resti dei templi di Afrodite e Adone della città di Gravisca, porto franco di mercanti greci. L’animazione in un video-racconto di immagini tratte da oggetti fittili aiuta il visitatore a entrare in una dimensione altra, a divenire spettatore diretto di una cerimonia rituale in onore di Adone conteso da Persefone e Afrodite e costretto per questo a dividersi tra inferi e amore.
Uno stratagemma simile, diretto a una suggestione pienamente percettiva, è quello che introduce nella tomba François di Vulci. Attraverso una efficace video-ricostruzione, che si estende su più pareti e le sfonda in profondità suggerendo nuovi ambienti e si accompagna al suono di un lento stillare di gocce, prende forma credibile la sensazione di trovarsi in un ambiente ipogeo che prelude a un altro mondo. Non c’è bisogno di suggestionarsi, di amplificare dati sensoriali con l’immaginazione per ammirare la Tomba della nave di Tarquinia, dove scafo, vele, alberi di un veliero concludono narrativamente la scena di un vivace banchetto.

Il percorso termina con il tempio di Portonaccio, ricreato con nuove colonne, nuovo legno per il timpano, adornato tuttavia da una cornice di terracotta originale. Dall’integrazione fra memoria conservativa e ricostruzione tecnologica emerge un’arte che si rivolge al presente e invoglia a esplorazioni future. Fuori dai musei, a contatto col territorio.

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dal 20 ottobre 2008 al 6 gennaio 2009
Etruschi. Le antiche metropoli del Lazio
a cura di Anna Maria Moretti e Mario Torelli
Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale, 194 – 00184 Roma
Orario: domenica e da martedì a giovedì ore 10-21; venerdì e sabato ore 10-23.30
Ingresso: intero € 12,50; ridotto € 10
Catalogo Electa
Info: tel. +39 06489411; fax +39 0668301087; info@palazzoesposizioni.it; www.palazzoesposizioni.it

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