I ruggenti e dissacratori anni ’60 nell’arte grafica britannica: 15 artisti, rappresentati da un’ottantina di opere serigrafiche, per commemorare il sessantesimo anno di presenza in Italia del British Council, l’Istituto Britannico per la diffusione della Cultura. Il titolo della mostra –un’espressione intraducibile in italiano– è preso di peso da una serie di 12 stampe serigrafiche, realizzate nel 1965 da Eduardo Paolozzi ispirate all’opera di Ludwig Wittgenstein.
E fu Eduardo Paolozzi, insieme a Richard Hamilton e Peter Blake, l’ispiratore della base estetica del movimento della Pop Art britannica, prendendo spunto dalle immagini più kitsch e colorate che trovavano nei settimanali dell’epoca, che illustravano i nuovi stili di vita ed i nuovi oggetti creati dal mondo dell’industria di quegli anni. Complice e protagonista indiscussa, la serigrafia, tecnica di stampa che si avvale di un tessuto in seta a trama fitta, che conobbe un vero e proprio boom negli anni ’60. Fino a quel momento era stata considerata semplicemente come una tecnica rozza, strettamente funzionale all’uso pubblicitario o commerciale, fu la riscoperta da parte artisti del calibro di Kitaj o David Hockey, Allen Jones, Joe Tilson, Bernard Cohen, Patrick Caulfield, attratti dagli effetti visivi che permetteva, a consacrarla come ambito per le sperimentazioni artistiche.
Tra le varie opere in mostra, Letter from Che di Tilson, del 1969, riporta agli importanti fatti storici di quel periodo, come la morte di Guevara nel 1967, illustrata dalla composizione, in parte collage ed in parte riproduzione fotografica del Che morto. My Marylin di Richard Hamilton del 1965, è un tributo alla maggiore icona cinematografica del tempo. Dello stesso autore, I’m dreaming of a white Christmas (1967), in cui si vede in primo piano un uomo col cappello calato sulla fronte, sullo sfondo di una stanza: con un rimando evidente, nel taglio dell’immagine, ad un primo piano cinematografico. Stesso soggetto, ma con diversi colori, per I’m dreaming of a black Christmas, i cui particolari risaltano ancor di più, grazie ai colori più scuri della stampa.
Dissacratorie e satiriche, le stampe dell’americano, Kitaj. Che nel suo Vernissage Coktail del 1967 incorpora la scritta “irascible group of advanced artists led fight against show”..
consuelo valenzuela
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