Dopo la straordinaria mise en scene della volta precedente, si arriva finalmente alla seconda parte della ciclopica iniziativa della Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma. Rispetto alla confusione e alle luci stroboscopiche del primo appuntamento, già dalla sera del vernissage la mostra si presentava con un aspetto diverso. Più ordinata e decisamente più rilassante, ma non per questo prevedibile: Ben Vautier ha infatti passato il testimone all’austriaco Hermann Nitsch, che sotto gli occhi increduli dei visitatori e i volti –diciamolo pure perché no-contratti in smorfie di raccapriccio, ha dato vita ad una delle sue splendide performance. Occupando quasi completamente l’intero spazio del capannone centrale, Nitsch ha disposto ordinatamente una serie di lunghi tavoli, coperti da tovaglie immacolate e pezzi di carne e pesci di varie specie. Poi, con calma serafica ha dato inizio alla cerimonia (durata più di un’ora) discutendo con il pubblico, spargendo incenso profumato e cospargendo le carni con liquidi propiziatori.
L’happening si è rivelato sicuramente come uno dei momenti più significativi dell’intera iniziativa, e ha dato modo di osservare la forza comunicativa di un artista raramente esposto in Italia.
Oltre alla parte performativa, altrettanto interessante è la selezione presentata nel resto della mostra. Mentre la prima parte delle Tribù (24 aprile-24 giugno) era rivolta principalmente ai movimenti “storici” come Fluxus, Lettrismo, Gutai , già dalle prime sale della seconda edizione si percepisce una semplicità e una leggerezza
Le tribù dell’Arte si qualificano come uno degli
articoli correlati
Le tribù dell’Arte, un nuovo appuntamento per l’arte contemporanea
La prima mostra dedicata ad un critico del nostro tempo
forum correlati
Critici del nostro tempo
Ismi del nuovo millennio
paola capata
mostra visitata il 5.VII.2001
La nascita della Sonnabend Collection Mantova, dentro il restaurato Palazzo della Ragione — inaugurata il 29 novembre 2025 con 94…
Alcuni dei suoi edifici sono i più importanti al mondo: Frank Gehry, colui che ha praticato l'architettura, o forse più…
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…
Visualizza commenti
A chi? Achille? A cchille?
A cchille? che c'e' oltre Achille?
Bonito! Oliva!
Ah,Bonito Bonito per un oliva pallida l'Arte puo' anche delirare.
Ma quale? L'Arte di inventarti jet critic per non annegare?
Achi',ma questo ti piace?
E' comodo certo,e'come avere un eco.
E chi ti demonizza ti fa un favore.
Ma i tempi son cambiati Achi',te ne sarai accorto anche tu,ora che sei solo un mediocre tra i mediocri.
E cchille t'attaccano Achi'
Tradizionalista ci sei tu a cominciare dal nome che porti.Ed anche Cicisbeo del potere probably.
Per quanto mi riguarda,come artista per meta' Aborigeno mi pare che riesco a comunicare abbastanza bene nella tua lingua....o no?
Ma tu nella mia non riuscirai mai ad entrarci...Ih....Ih....Ih........^____^....smack bizan smack....*____*!!
I tempi cambiano....
... ma un'eco si scrive ancora con l'apostrofo.
Questo per quel che riguarda l'analisi grammaticale.
... Meglio che non trattiamo l'analisi logica.
Non ne è la sede.
Ciao, Biz.
Ma finitela, non vi sembra che sconfinate nel ridicolo !! ??
Sei un pochino distratto, infatti l'avevamo già "finita", trattandosi di una conversazione che si è esaurita in agosto.
L'unico ridicolo sei tu che non te ne sei accorto.
Ciao, Biz.