Contrariamente a quanto accade normalmente, ossia
“consegnare” agli artisti l’ambiente espositivo per manipolare e piegare lo
spazio con piena libertà secondo il loro progetto, questa volta la Fondazione
Volume!, con la personale di Arcangelo (Avellino, 1956; vive a Milano), ha compiuto
un’operazione diversa dal solito. E, di conseguenza, ha letteralmente confuso i
visitatori. All’annuncio di una nuova mostra dell’artista avellinese, il
pubblico è accorso copioso, ma allo spazio sbagliato. Perché la mostra non è
stata allestita nella nota sede trasteverina, bensì in quella “amministrativa”.
Volendo utilizzare al meglio gli ambienti degli uffici
della fondazione, il recente lavoro di Arcangelo è stato, infatti, esposto nel
luogo vicino a piazza Navona. Scelta che ha permesso di conoscere pure la
“succursale”, che sicuramente continuerà a essere utilizzata come una sorta di
showroom.
L’altra “confusione” è legata proprio alla mostra. Non uno
spazio piegato all’opera, ma un lavoro che è collocato nello spazio.
Superati questi due iniziali qui pro quo, si comprende inoltre che questa
nuova mostra non ha molto in comune con la profonda suggestione esercitata da
quella del 2004.
nella propria tradizione le radici delle loro storia e origini che l’artista
subisce, particolarmente quelle africane. Incanto che si fonde con quello che
gli deriva dalla sua terra natale, un paese che ha visto il passaggio di
importanti culture, da quella romana a quella bizantina.
Così, ogni singolo dipinto diventa effigie di un
patrimonio culturale che è comune all’intera umanità. Evoluzione di quello che
lo ha preceduto (Kenia Masai), Sègou – città del Mali – è un nuovo ciclo composto da 35
dipinti a olio su carta, allestiti a formare un unico grande quadro. Confuse
chiazze di colore che solo a una visione ravvicinata mostrano l’universo di
immagini che le popolano. Piccoli fogli caratterizzati da colori accesi e
dominati dalla gestualità del segno, dato nella sua essenzialità e linearità.
Eliminata ogni sfumatura, architetture e corpi si
confondono con gli sfondi, ora gialli, ora neri o blu, o con configurazioni
apotropaiche e propiziatorie. Le figure umane, infatti, fondono in sé le
caratteristiche rappresentazioni dell’arte africana delle note maschere con le
peculiarità fisiche della popolazione. Sono spesso sovrastate o ricoperte da
linee, a volte inquietanti, rappresentanti bisce o serpenti bianchi, rossi o
neri, a ricordo della loro massiccia presenza nel territorio. E, come Ivan
Quaroni asserisce nella sua presentazione, “queste carte sono delle mappe
psicografiche”.
articoli correlati
I feticci di Arcangelo a Bologna
I Cantieri dell’Arte a Milano
daniela trincia
mostra visitata il 31 marzo 2010
dall’undici marzo all’undici aprile 2010
Arcangelo
– Segou
Volume! Office
Via di Santa
Maria dell’Anima, 15 (zona Piazza Navona) – 00186 Roma
Orario: da lunedì a venerdì ore 11-19
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 066892431; press@fondazionevolume.com; www.fondazionevolume.com
[exibart]
In attesa dei Giochi olimpici invernali 2026, il Castello del Buonconsiglio dedica una grande mostra ai simboli dell’inverno, dai capolavori…
Ben otto lotti venduti oltre 1 milione, dal “fiore all’occhiello” di Audemars Piguet a un Patek Phillipe riscoperto. È il…
Alla Fonderia di Reggio Emilia, una preziosa serata con le coreografie di tre giovani autori, sempre più affermati: Roberto Tedesco,…
Otto incisioni di Henri Matisse e cinque opere di Candido Portinari sono state trafugate dalla Biblioteca Mário de Andrade di…
Il Museo Novecento dedica a Helen Chadwick la prima grande retrospettiva italiana: un viaggio tra sensualità, femminismo e materia viva,…
A margine della sua mostra a Düsseldorf, abbiamo intervistato l’artista italiana Claudia Peill, per farci raccontare le nuove fasi della…