Passo severo, pesante e cadenzato, i campanacci suonano all’unisono: è la discesa, è la danza dei Mamuthones. Loro avanzano minacciosi tra la gente incuriosita e i bambini terrorizzati, hanno i volti coperti da maschere deformi, attraverso le quali si intravedono occhi vivi e neri. La sagoma è quella umana sì, ma bestiale e primitiva. E’ un’invasione aliena? No, è una festa! I Mamuthones attraversano le vie di Castello, non per accontentare il pubblicitario della campagna Tiscali, bensì per celebrare l’inaugurazione della mostra fotografica di Franco Pinna.
Si tratta di un reportage degli anni sessanta, realizzato a Mammoiada e costituito da 25 immagini che hanno come protagonisti proprio le maschere
Di quel rito apotropaico, nessuno è in grado di dare spiegazioni precise: forse ha origini nuragiche, forse è la rappresentazione del bene e del male, tutto è in forse. Di sicuro sappiamo che ogni anno la discesa deve essere rinnovata, e che i Mamuthones e gli Issohadores devono attraversare le strade di Mammoiada ripetendo gesti e movimenti uguali da sempre. Gli amanti delle tradizioni popolari, semplici appassionati o curiosi qualunque, giungono da tutte le parti del mondo per assistere al carnevale mamoiadino, un carnevale che inizia il 17 gennaio – festa di S. Antonio – per replicare altre quattro volte nell’arco di un anno.
Franco Pinna “il fotografo di Fellini ” non si è fatto mancare l’incredibile esperienza dei Mamuthones. Lui, sardo di nascita, ha voluto documentare su pellicola momenti e situazioni del bizzarro carnevale triste. Un’esperienza che volle intraprendere da solo, come ricorda l’antropologo Franco Cagnetta, in seguito alla spedizione lucana che vide Pinna al fianco di De Martino.
Le fotografie in bianco e nero presenti al Ghetto di Cagliari sono serene, raccontano la gente e l’atmosfera, le bambine vestite a festa, i campanacci, la mastruca e ancora gli attori alle prese con i costumi, oppure in posa sui muretti a secco
Il Maestro Pinna è un fotogiornalista in giro per il mondo, grandi settimanali quali Life, Stern, Vogue, Epoca, Espresso, e Panorama pubblicarono le sue immagini, ma lui viene ricordato soprattutto come fotografo di scena di Federico Fellini , del quale fu grande amico. Il Museo delle maschere del Mediterraneo e il Comune di Cagliari, lo ricordano con questa mostra. Anche Potenza, in contemporanea, lo celebra con un’ampia retrospettiva dal titolo Con gli occhi della memoria. La Lucania nelle fotografie di Franco Pinna fino al 31 gennaio.
articoli correlati
Il Museo delle Maschere Mediterranee
andrea delle case
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione, nel terzo…
Al MAXXI una mostra-evento ripercorre l’universo umano e artistico di Franco Battiato. Tra materiali inediti, suoni e immagini, Un’altra vita…
Dalla prima tappa berlinese di The Clock di Christian Marclay alle installazioni immersive di Petrit Halilaj, passando per pittura contemporanea,…
Al MA*GA di Gallarate, fino al 12 aprile 2026, il racconto di come si irradia in Italia l’astratto a partire…
Dopo una lunga attesa, parte ufficialmente la direzione di Cristiana Perrella: oltre alla grande mostra UNAROMA, dedicata allo scambio intergenerazionale…
John Armleder gioca con l'eterna ambiguità tra opera e merce, per proporre una concezione allargata dell’arte. E la mostra al…