La presenza di Emilio Scherer (Parma 1945 – Bosa 1924) in Sardegna è attestata dal 1875, datazione ricavata da un dipinto realizzato per la basilica di Cuglieri; di poco successiva sarebbe, invece, la partecipazione alla decorazione pittorica di Palazzo Corrias-Carta ad Oristano attribuitagli grazie al rinvenimento di una figura allegorica riconducibile iconograficamente ad un’altra dipinta tra gli spicchi della rotonda.
Formatosi a Parma, soprattutto in ambito scenografico, dal 1872 si trasferirà a Napoli per raggiungere il maestro Domenico Morelli dal quale erediterà le innovazioni del genere storico, lontano da presupposti romantici, e l’impronta orientalista, diffusa all’epoca, che approfondirà con il soggiorno a Tunisi dal 1879.
Il percorso espositivo si articola nelle prime due sale di Casa Deriu attraverso trenta dipinti reperiti tra collezioni pubbliche e private mentre una serie di gigantografie a colori ricostruisce i cicli decorativi destinati ad edifici laici e religiosi. Tra questi la decorazione del catino absidale della cattedrale di Bosa, con l’Apparizione della Purissima e i patroni Emilio e Priamo sovrastanti la città, la quale risente particolarmente della ricerca estetica del Morelli e di un impianto altamente scenografico. Per la città sul fiume realizzerà anche i due teleri, datati 1890, per il presbiterio della chiesetta di Stella Maris, dove la ricerca luministica, immancabilmente influenzata dalle suggestioni africane, diverrà calda e corposa.
Saranno proprio i dipinti del periodo tunisino e alcune vedute cagliaritane, tra cui una delle rare immagini di fine ottocento della basilica di San Saturno, che si distingueranno da quella produzione artistica talvolta troppo accademica.
Tra i grandi cicli pittorici meritano particolare attenzione quelli realizzati per il Palazzo Regio a Cagliari e per Palazzo Giordano a Sassari. Fino al 1915 alla decorazione architettonica alternerà alcuni soggetti sacri e diversi ritratti ai quali conferirà maggiore libertà creativa. Tra questi presenti in mostra quello del canonico Giovanni Spano , la duplice effigie dei genitori dell’artista e il dipinto particolarmente lirico dedicato a Giovanni Carta in compagnia della sua cerbiatta, realizzato nel 1908.
La ricostruzione del corpus di Emilio Scherer da parte di Marco Antonio Scanu è confluita nella pubblicazione di un catalogo edito dalla Poliedro e presentato dallo storico dell’arte Maria Grazia Scano.
roberta vanali
vista il 27. VII. 2002
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