Dall’idea del confronto tra culture e costumi differenti, tra modelli di pensiero ed esistenza tipici del Nord e del Sud, nasce il Benchmarkin’ Fest, specificamente costruito intorno ai “paesaggi” estremi e contrapposti della Svizzera e della Sicilia. L’una puntuale, precisa, strutturata, dinamica, efficiente, moderna, esattamente quanto l’altra è tradizionalista, lenta, approssimativa, oziosa.
La mostra di Filippo Leonardi (Catania, 1970) gioca con queste prospettive estreme trattandole alla stregua di luoghi comuni. E’ del resto un modo proprio di Leonardi, quello di lavorare intorno all’ovvio, capovolgendolo, esasperandolo, decontestualizzandolo: questo procedimento, in un’atmosfera ludica, pervasa di intelligente “leggerezza”, gli consente di innescare meccanismi di osservazione e riflessione.
Di tre parti si compone la mostra: al centro della prima stanza c’è una grossa croce
C’è una serie di casette di cioccolata disposte tutte in file simmetriche, sopra una superficie bianca. Ma il mito della cioccolata si squaglierà nell’arco della serata, sotto il calore dei potenti riflettori che illuminano l’installazione. Il tempo statico diventa tempo fluido e ironica beffa che dissolve gli stereotipi.
Infine c’è una piccola sveglia, posta in un punto qualsiasi della stanza, che emette un ticchettio regolare, continuo, e poi d’improvviso trilla. Non possiamo sapere a che ora è stata programmata per suonare,
La sensazione è quella di uno spaesamento divertito ma che sottilmente inquieta. Esattezza/inesattezza, puntualità morbosa/tempo dilatato. Corriamo veloci e programmati ma dove andiamo? Nessun appuntamento, nessun lavoro verso cui precipitarsi. Il tempo lento delle lumache, il tempo stupido del cioccolato che si fonde sotto un riflettore, il tempo ottuso di una sveglia cieca. E si capovolge lo sguardo su ciò che costituisce il piano solido e rassicurante della ovvietà quotidiana.
helga marsala
mostra visitata il 26 ottobre 2003
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