No money, no honey è la collettiva curata da Antonio Arèvalo che ha inaugurato i nuovi spazi espositivi di Arèa, il nuovo contenitore per l’arte contemporanea che si trova proprio nel centro storico di Palermo, a piazza Rivoluzione. Nelle vetrine che si affacciano sulla strada sono esposti i lavori di Rafael Pareja. Qui la superficie uniforme del plotter painting è solcata da un segno di matita vibrante e intenso, e il disegno recupera il suo ruolo di struttura portante del fare arte. Carte da parati e smalti per il lavoro di Patrick Hamilton, che gioca a nascondere una superficie con un pattern di differenti gamme cromatiche, in un vedo-non vedo dove le due superfici differenti non si sovrastano mai, né si rendono perfettamente leggibili, ma mostrano la condizione di una esistenza in perenne stallo. Emblematici per contenuto e rigore formale i lavori fotografici di Alejandro Gomez De Tuddo, artista che vive tra Roma e Città del Messico. Il cane steso per terra, in una pozza di sangue, unisce impeccabilità formale alla riflessione sulla cecità della violenza senza uno spiraglio di
Caterina Purdy propone la sua “maleta cordero”, ovvero la borsa d’agnello, nel senso che un intero agnello imbalsamato con cerniere e manico funge da borsa di una giovane donna, fotografata nello stile patinato delle riviste di moda ma con effetti tutt’altro che glamour.
Il video degli Elastic è allestito in un piccolo bagno e richiede una certa intimità della visione, per porsi a tu per tu con la protagonista del video, una ragazza che si sveste per entrare in una vasca da bagno. Ma proprio un attimo prima di terminare lo spogliarello e immergersi, ecco che si accorge di essere spiata da qualcuno, e caccia l’osservatore smascherando il lato vouyeristico di ogni spettatore.
Allineate a scacchiera, le facce avvolte da una nebbia sfumata di colori sfilano davanti al nostro sguardo nell’opera di Carlos Motta. Ma questa volta non è per cacciarci: se mai, è la speranza di un riconoscimento, di un gesto, forse anche solo di un nome, per tutti i desaparecidos incappati nelle maglie di una devastante “pesca miracolosa”. Ancora storie di drammatiche sparizioni nel dittico fotografico di Carlos Fernando Herrera, e spazio al racconto pittorico nei lavori di Alfredo Fagale e Thomas Bires, nelle foto di Maria Rosa Jijon e nei video di Cesar Meneghetti e Erich Breuer.
paola nicita
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