Categorie: sicilia

Fino al 30.XI.2001 | Enzo Cucchi – Ettore Sottsass | Siracusa, Galleria Civica d’arte contemporanea

di - 21 Settembre 2001

La mostra siracusana di Ettore Sottsass ed Enzo Cucchi curata da Salvatore Lacagnina è nel segno delle suggestioni del mito e della storia. Alcune opere sono state appositamente realizzate per l’occasione, in particolare due grandi lavori di Enzo Cucchi (“Camp David” e “Gruppo Rinascente” entrambe olio su stuoia di canne, 300´400cm), e alcune strutture architettoniche di Ettore Sottsass che utilizzano come loro fulcro ideale due importanti reperti archeologici forniti dalla locale sovrintendenza: un bellissimo torso di kùros del V sec. a.C., e una protome leonina appartenente al gocciolatoio del tempio di Atena di Siracusa. Altre tra le opere esposte sono state realizzate in precedenti momenti di collaborazione e svelano l’esistenza di una marcata complementarietà creativa. Si pensi ad esempio all’importante serie di otto tavolette di terracotta, intitolata “I disuguali”, e che costituisce l’insolita pubblicazione periodica della Galleria Menphis di Roma, e che gli anni passati ha visto esprimersi Mimmo Paladino, Giorgio Celli e Barbara Radice. Le tavolette sono munite di un astuccio di legno in cui riporle, quasi fosse un singolare e privatissimo domino di messaggi estetici, mistici e simbolici. Accenni di elementi architettonici si accostano a sintagmi verbali talora interrotti, a bianche figure umane o animali, o a oggetti simbolici. Il risultato è un messaggio che pur nella semplicità espressiva è in ogni tavoletta fortemente autoriflessivo. Una macchina formidabile di interpretazioni che affonda le sue radici in una simbologia atavica, diretta e spiazzante. Lo stesso materiale delle tavolette, la creta grigia, richiama la mistica della creazione umana. Una complessa semplicità espressiva che spinge continuamente ad una riflessione naufragante perché ogni interpretazione è immancabilmente semplicistica e temporanea. Gli elementi della rappresentazione sono sempre pronti infatti a ricombinarsi. Si pensi ad esempio alla tavoletta che riporta la parola “coda”, in cui appare chiaro il riferimento alla ineluttabile dicotomia tra la vita e la morte in cui la stessa parola “coda” appare essere una metafora delle generazioni che si susseguono. Ogni elemento potrebbe essere inteso ben diversamente da così e al limite potrebbe essere compreso solo in termini estetici e non simbolici, e la stessa parola “coda” potrebbe significare qualcos’altro o nulla. D’altronde Enzo Cucchi ha affermato più di una volta che il suo lavoro “non è mai descrittivo e non deve esserlo”. Ed è proprio questo, forse, che stimola l’attenzione verso un continuum di interpretazioni che si inseguono una dopo l’altra. Deliziose sono le “Epifanie brevi” (1998) di Ettore Sottsass, una serie di litografie in cui il disegno si accompagna a frasi disarmanti come “Ho visto un corvo che rubava una patatina fritta e poi volava via…” oppure “Quando guardo nel sole mi acceco, poi divento debolissimo”. Frasi di spiazzante candore che in realtà nascondono nel profondo quell’atteggiamento fortemente anticonformista e contestatore che ha caratterizzato anche la produzione di design del grande architetto. Anche qui vi è la necessità di avvicinarsi ad uno stato antropologico delle cose, contro una società che programma e teme l’obsolescenza, sovvertendo la natura delle cose e la scala delle priorità. E’ cioè necessario rifuggire dalla ricerca impossibile dell’assoluto e dell’eterno, perché in questa ricerca ciò che si perde è l’essenza stessa dell’uomo.

Cenni biografici sugli artisti
ENZO CUCCHI (1949) è uno dei protagonisti della Transavanguardia, movimento che alla fine degli anni settanta determinò il ritorno alla pittura. Sue opere sono presenti nelle collezioni dei maggiori musei di tutto il mondo. Tra gli altri, gli hanno dedicato mostre personali il Guggenheim Museum di New York (1984) e il Centre Pompidou di Parigi (1985). Presente alle principali rassegne internazionali degli ultimi vent’anni, fra le quali Biennale di Venezia e Documenta di Kassel.
ETTORE SOTTSASS (1917) è uno dei massimi architetti del dopoguerra, attivo in vari campi dall’architettura al design industriale, alla gioielleria, alla ceramica etc…, ha lavorato per case produttrici quali Olivetti, Alessi, Knoll, Zanotta e Venini. Nel 1981, insieme ad amici e giovani architetti, ha fondato Memphis, un marchio ormai mitico di “New design”. I suoi lavori sono stati esposti nei musei di tutto il mondo tra cui il Museum of Modern Art di New York. La prima retrospettiva della sua opera, nel 1976, ha addirittura avuto carattere itinerante, toccando le città di Berlino, Venezia, Barcellona, Parigi, Gerusalemme e Sydney. La Biennale di Venezia del 1997, gli ha reso omaggio con una mostra personale.

Ugo Giuliani




Siracusa – Enzo Cucchi Ettore Sottsass, a cura di Salvatore Lacagnina, Montevergini, via S. Lucia alla Badia 1.Orario 9-13; 16-20. Tel 093 124902 – fax 093 1464657 E mail montevergini@libero.it
La mostra è una produzione del Comune di Siracusa, Assessorato ai Beni culturali, in collaborazione con la Regione Siciliana, Assessorato ai Beni culturali e ambientali e alla pubblica istruzione. E’ realizzata con il contributo di: Banca di Credito Popolare, Siracusa (Gruppo Antonveneta); AAT, Siracusa; So. Cop. srl, Priolo.
Alla sua realizzazione ha collaborato inoltre la Galleria Memphis di Roma.


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