E adesso immaginate questa periferia urbana trasformarsi in un luogo d’incontro, dove durante il giorno i poeti si intrattengono con le persone del quartiere nel corso di festose spaghettate condominali e la notte le facciate dei palazzi si illuminano con gigantografie fotografiche e giochi di luci.
Ecco “TerzOcchio, Meridiani di luce”, il nuovo e scardinante progetto artistico-sociale di Antonio Presti, inventore della Fiumara d’Arte e mecenate della Devozione alla Bellezza, che spiega: “Occorre rivedere i rapporti tra il centro delle città e la periferia. Non si possono bonificare i luoghi senza tenere in considerazione gli aspetti legati allo spirito più profondo del concetto di società. Ci si preoccupa dei piani regolatori, ma non di spiegare esattamente alla gente le nuove strutture sociali”. E così, per presentare il progetto, Presti ha voluto accanto alcuni tra i suoi “testimonial” d’eccezione, dalla poetessa Maria Luisa Spaziani, tra le voci più accreditate della poesia del Novecento al cantante popular Gianni Celeste, voce molto amata a Librino.
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idea bellissima ma che non si completa di materiale culturale siciliano tranne gianni celeste!!!
ma in sicilia di nuova comunicazione e di convinta denuncia non esiste niente?
perche il presti edificatore abusivo d'arte contemporanea non da una mano ai nostrani artisti giovani contemporanei e abusivi e disoccupati?
un ultima visione e missione vorrei veder realizzare da antonio presti!!
un'azione dipromozione eccellente e veramente iondiscutibile dei giovani creativi siciliani!!!
e quando?
questo si che sara' una grande impresa !
ovvero dare forza a nuovi soldati della cultura !! baci e spero che la mia preghiera venga ascoltata!!!
Librino non è l'unica periferia abbandonata, migliaia di periferie soffrono dell'abbandono delle istituzioni, sia locali che nazionali. E non credo sia un mistero che il sud dell'Italia sia "marcato" dall'inefficienza istituzionale. Questo è un problema che vive dal 1860, quando cioè, l'Italia si è unita in unica Nazione, abbandonando le retoriche e antiquate spartite nobiliari di sapore tardomedievale e, ovvio, le incursioni straniere. Le città si sono organizzate e con l'organizzazione dei borghesi, si sono fatti spazi proletari nelle periferie.E' il solito
sistema: ti dò dove dormire, ma non ti dò altro. Ti arrangi.Tutto faticato, spazi ridottissimi, condivisi a volte da più di una famiglia. Turnazione per il sonno, il cesso fuori di casa e freddo polare a letto. Oggi è un po' meglio, ma resta la relzione con il "fuori" di casa. Tra delinquenti e "assopiti" ormai quasi indifferenti alla delinquenza. Quando invece ci sono strumenti per ridimensionare il tutto, senza guerre, senza liti, ma con un progetto artistico che coinvolge tutti, che abbraccia ogni tipo di situazione, dai bambini ai vecchi dai sani ai malati, ognuno può vivere il suo momento di artista e di protagonista, per rendere quel piccolo particolare da raccontare al suo bambino, al suo nipotino: "Quello l'ho fatto io". "Quello l'ho piantato io", "Quello l'ho costruito io". "Quello sono io".
Un solo Antonio Presti è poco. Ci vuole qualcosa di più: almeno due Antonio Presti.
Gianfranco Mascelli