Il gioco di parole insito nel titolo di questo ciclo di opere, pone alla luce anche una condizione sostanziale del fare arte e fotografia nell’epoca di Internet e del digitale: ovvero la persistente condizione di anonimato che appartiene ad ogni produzione del singolo, e che in arte si trasforma in una sostanziale perdita di paternità dell’opera. Queste immagini sono esemplificazioni di un desiderio collettivo, che Casaluce cattura nelle sue foto e mostra in forge del tutto personali, coscienti però che il gioco non è solitario, ma collettivo, globale.
E’ un mondo infantile, quello di Casaluce Geiger, che gioca con le apparenze, di cui ogni fotografia, paradossalmente nella sua singolarità, è la rappresentazione più fedele.
Daniele Sigalot presenta la sua opera incentrata sul concetto freudiano di errore all’Aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino: l’arte ancora…
Gli spazi di Cassata Drone Expanded Archive, a Palermo, ospitano una mostra dell’artista elvetico boemo Martin Chramosta che è più…
Fino al 24 novembre le Procuratie Vecchie di Piazza San Marco accolgono la più importante esposizione di Robert Indiana ospitata…
Alex Da Corte torna a Milano con una nuova irriverente rassegna di opere, tra dipinti, sculture e installazioni. È la…
A quasi un mese dalla morte di Massimo Uberti, il fondatore di Casa Sponge Giovanni Gaggia lo omaggia con un…
Fino al primo giugno, Ersilia. Praticare l’altrove è il racconto corale al MACTE Termoli che reinterpreta la città tra folklore,…