L’arte contemporanea esce dal ghetto dei circuiti elitari, sempre meno esclusiva, si infiltra negli interstizi pubblici e non ufficiali. Una tendenza, questa, che si espande a macchia d’olio.
.expo è una rete di promozione culturale che utilizza come veicoli per la creatività gli spazi espositivi più piccoli del mondo, micro-contenitori abbandonati o inutilizzati all’interno del tessuto cittadino. Sono piccole bacheche, vetrine, tabelloni dismessi nella piazzola di un distributore di benzina o alla fermata dell’autobus, antiche “porte del vino”: .expo li recupera, li restaura, e li trasforma in piattaforme per l’arte contemporanea, rendendoli accessibili –gratuitamente- a chiunque vi si imbatta per caso.
Tutti gli artisti invitati (giovani emergenti, maestri affermati e artisti dimenticati) presenteranno opere ideate appositamente per i micro-spazi. L’operazione debutta a Firenze con una mostra della straordinaria artista ottantottenne Flora Wiechmann Savioli, allestita presso la bacheca abbandonata di una farmacia del centro -ormai scomparsa- originariamente destinata a comunicare gli orari di apertura/chiusura.
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