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Dalla Macchia alla Porcellana. Da Pandolfini, due giorni di aste all’insegna di interessi rinnovati e opere mai giunte sul mercato

di - 15 Maggio 2017
Le sensazioni dei macchiaioli, la profondità dei dipinti antichi e l’eleganza delle porcellane del XVIII Secolo. Saranno questi i temi al centro delle aste che si svolgeranno il 16 e il 17 maggio nelle sedi di Pandolfini.
Si inizia a Palazzo Ramirez Montalvo, a Firenze, con opere di grande qualità e di piccolo formato. Nucleo principale saranno gli autori toscani dell’800, da Giovanni Fattori, con il Soldato a cavallo, a Telemaco Signorini, con la Stradina di Settignano. Ma l’asta riguarderà tutto quel vasto movimento artistico che, sul finire dell’Ottocento, ricercava una via di espressione tra il realismo e la sensazione. Allora, ci saranno anche altri Maestri della Penisola, come il napoletano Giacinto Gigante, con La Cappella Caracciolo del Sole nella Chiesa di San Giovanni a Carbonara, e il veneto Vittorio Emanuele Bressanin, con Il corteggiamento. Sempre il 16 maggio, si continua con un lotto di opere antiche, mai apparse sul mercato e provenienti da antiche proprietà italiane, come La morte al tavolo dell’avaro, un olio su tela di Giovanni Martinelli, già esposto alla mostra dedicata al pittore di Montevarchi nel 2011. Una sezione specifica sarà riservata alla natura morta con, tra le altre, due opere di Franz Werner Tamm e una di Giuseppe Recco. Completano la selezione una Veduta di Campo Vaccino, firmata da Jacob van Huchtenburgh, e una Veduta col Ponte di Rialto, della scuola di Francesco Guardi. Il 17, invece, si riparte da due prestigiosissime collezioni, una di Pietro Barilla e l’altra romana, che presentano opere in maiolica, porcellana e terraglia, in particolare del secolo XVIII, quando la produzione di porcellane e maioliche era simbolo di prestigio e nobiltà e le manifatture erano spesso direttamente collegate alle Corti delle famiglie regnati o ai palazzi nobiliari.
In home: Vittorio Emanuele Bressanin, Corteggiamento
In alto: Giovanni Martinelli, La morte al tavolo dell’avaro

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