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Direttori Generali Mibact online, e in silenzio. I sindacati: “Una scelta sconsiderata”

di - 24 Dicembre 2014
Sotto sotto Natale, nella speranza che forse a qualcuno sfuggisse. E il Mibact ha messo online i nomi dei suoi “nuovi” direttori generali, senza annunciare nulla e senza conferenze, e senza plausi del Ministro Franceschini di solito sempre attento a non lasciarsi sfuggire nulla che riguardi il suo dicastero.
Ma vediamo un po’, chi sono i nomi “oscuri” del Mibact: la direzione del contemporaneo, che comprende sia arte che periferie, una di quelle più calde, ha visto l’esclusione di Francesco Prosperetti, dato per buono negli scorsi giorni, per l’architetto Federica Galloni, mentre alla direzione generale dei musei va Ugo Soragni. Non passa invece Anna Maria Buzzi, sorella di Salvatore, intercettato nell’inchiesta relativa a “Mafia Capitale”.
Alla direzione generale dell’organizzazione va Gregorio Angelini; all’archeologia Gino Famiglietti; agli Archivi Mario Guarany; Biblioteche e Istituti Culturali Rossana Rummo; Bilancio Paolo D’Angeli; Belle Arti e Paesaggio Francesco Scoppola e all’Educazione e Ricerca Caterina Bon Valsassina.
Come avevamo detto invece le nomine non hanno riguardato invece le direzioni cinema, spettacolo e turismo, occupate rispettivamente da Nicola Borrelli, Salvatore Nastasi e Onofrio Cutaia.
La Cgil ha parlato di “Vecchia politica ministeriale e nessun rinnovamento nei criteri di nomina, mentre di alcune di queste non si comprende bene in base a quali requisiti. Questa tornata doveva essere una utile occasione per dare un segno distintivo alle possibilità di rinnovamento e certo non si può affermare che questo sia avvenuto”.
E Claudio Meloni, del coordinamento Fp Cgil Mibact, alza il tiro da Repubblica: «L’esclusione di Francesco Prosperetti e la designazione di Federica Galloni non è certo avvenuta per motivi curricolari, considerata l’esperienza e la competenza del primo rispetto ai dubbi non solo nostri sulle capacità specifiche della seconda. Siamo curiosi di conoscere le motivazioni – aggiunge – ma certo il segnale che proviene da questa infornata è quello della solita vecchia politica ministeriale, se queste nomine saranno confermate ufficialmente. Nulla di nuovo sotto il sole, se non l’immagine vecchia e decadente di un ministero avvolto nel declino». Aggiornamenti in corso.

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