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Due mostre mai realizzate, che potrete scoprire “navigando” nel MoRE Museum. Ecco le ultime acquisizioni della speciale istituzione

di - 1 Maggio 2016
Quattro anni di vita, e una serie di “acquisizioni” importanti: il MoRE Museum, progetto di Elisabetta Modena e Marco Scotti, dedicato ai “refused and unrealised art projects”, dopo aver inserito tra le sue pagine i progetti di Davide Bertocchi, Bianco-Valente, Flavio Favelli, Regina José Galindo, Goldschmied & Chiari, H.H. Lim, Giulio Paolini, Cesare Pietroiusti ed Erwin Wurm, solo per citarne alcuni tra i tanti, stavolta vi presenta due nuove mostre virtuali.
Da oggi, infatti è in scena “Quando il pubblico rimane privato. Progetti non realizzati di Luca Vitone“: il primo è il Concorso di progettazione Piazza Verdi – La Spezia proposto nel 2009 insieme all’architetto e curatore Frank Boehm (sopra), vinto poi tra mille polemiche da Daniel Buren; il secondo è il concorso (rimasto inedito) per la progettazione di un monumento dedicato ai disertori del nazismo, pensato nel 2009 per il centro della città di Colonia (in home page) che Vitone aveva immaginato come un pennone di 12 metri circa alla cui sommità oscilla al vento una banderuola decorata con il simbolo dell’infinito, fissato su una placca di ferro su cui compare la mappa della città di Colonia.
La seconda mostra “Evidence of absences” è stata invece ideata dal curatore ospite del MoRE Elena Lydia Scipioni e coinvolge gli artisti Mathis Collins, Maria Adele Del Vecchio, Ibro Hasanović, G. Küng, Sandro Mele e Kostis Velonis. Di che si tratta? Di sei opere rimaste incompiute e qui raccolte per una possibilità di “riconsiderazione”, per individuare i possibili prodromi di un cambiamento e gli indici di un pensiero la cui piena evoluzione richiede ancora tempo, ricerca e sostegno. Non a caso, l’immagine guida scelta dal curatore è un omaggio agli artisti presenti in mostra e a tutti gli artisti – senza dimenticare curatori e galleristi – che ogni giorno resistono alle intemperie del sistema dell’arte con ogni mezzo. Un omaggio anche a MoRE e all’Università di Parma che da tre anni si fanno motore di raccolta, conservazione e possibile rilancio di questi progetti. Non perdeteveli!

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