Continua la corsa di Enzo Cucchi al “grande slam” delle gallerie newyorkesi. Complice il sostegno del mentore della prima ora Gian Enzo Sperone, culminato con la personale del 1986 al Guggenheim Museum, l’Enzo nazionale – come del resto molti dei compagni della Transavanguardia – ha avuto, fin dagli anni ’80, a New York un’accoglienza molto favorevole. Con mostre nelle più importanti gallerie della, da Mary Boone-Michael Werner (1984), alla Marlborough (1988), alla Blum Helman (1994), a Tony Shafrazi (1997). Ora è la volta dello spazio espositivo a Chelsea della casa d’aste Phillips de Pury and Co., che fino al 15 novembre presenta la mostra Salute, con 57 opere, fra cui 23 olii su tela, 31 disegni, 3 sculture in bronzo. Catalogo, curato da Emanuela Nobile Mino e Roberto Giustini, con un testo di Ester Coen, riporta nel frontespizio un disegno realizzato ad hoc.
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Questo "lavoro" di Cucchi è proprio brutto.
Perchè insiste?
Non sarebbe meglio fermarsi per qualche anno nella speranza che gli venga,finalmente,qualche idea?