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Il Moderna Musset di Stoccolma ricorda la prima mostra di Andy Warhol con le Brillo Boxes false

di - 13 Settembre 2018
Nemo propheta in patria e non ha fatto eccezione nemmeno colui che sarebbe diventato l’icona per eccellenza della sua nazione. Andy Warhol tenne la sua prima mostra nel luglio del 1962, alla Galleria Ferus di Los Angeles ma la prima istituzione a dedicargli una personale, nel 1968, fu il Moderna Museet, a Skeppsholmen, l’isola dei musei di Stoccolma, che tra le altre cose richiamò una pioggia di critiche, considerando il clima non proprio favorevole alla politica e ai modelli culturali americani che si respirava in quel periodo. A distanza di 50 anni, il museo svedese ritorna sui suoi passi e per “Warhol 1968”, che sarà visitabile dal 15 settembre 2018 al 17 febbraio 2019, non solo propone una ricca documentazione di quella mostra, con fotografie, documenti d’epoca, recensioni e alcune tra le sue opere più famose, come Marilyn Monroe in bianco e nero del 1962, Chelsea Girls del 1966, Ten-Foot Flowers del 1967, Electric Chair del 1967, Mao del 1973 e Body Builder (Hands on Hip) del 1982-1987. Ma compie anche una scelta espositiva che farà discutere. Tra le opere in esposizione, infatti, anche le famigerate Brillo Boxes che per il Moderna Museet rappresentano la pietra della scandalo.
Nel 2007, infatti, si scoprì che l’allora direttore del museo, Pontus Hultén, aveva commissionato, nel 1990, tre anni dopo la morte di Warhol, ben 105 Brillo Boxes a un falegname di Malmö, che utilizzò come modello quelle dell’esposizione del 1968. Alcune di queste nuove scatole sono state esposte in varie mostre, altre furono vendute e, confidando nella sua reputazione, furono riconosciute anche dalla Andy Warhol Foundation. Una copia della copia? In mostra le vedremo l’una affianco all’altra e potremo giudicare la bontà del lavoro del falegname che, a dirla tutta, non svolse un lavoro propriamente impeccabile, perché le opere originali, cioè quelle esposte nel 1968, erano fatte di cartone e non di legno.
Hultén, che è stato anche il primo direttore del Centre Pompidou, dal 1974 al 1981, oltre a essere responsabile di Palazzo Grassi a Venezia, morì nel 2006, «un anno prima che tutto esplodesse. È stato un buon tempismo, dal suo punto di vista», ha commentato Daniel Birnbaum, attuale direttore del Moderna Museet.
In alto: foto Lasse Olsson / Pressens bild

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