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Il TMOCA di Teheran è stato accusato di aver venduto opere all’insaputa degli artisti

di - 5 Marzo 2019
Una tempesta di polemiche sta investendo il TMOCA-Teheran Museum of Contemporary Art, tacciato di una gestione a dir poco spregiudicata della sua collezione, di cui molti pezzi sarebbero finiti sul mercato, all’insaputa degli stessi autori. In particolare, ad alzare la voce è Rokni Haerizadeh che ha accusato il museo iraniano di aver venduto a un prezzo maggiorato una sua opera, acquistata a un prezzo molto più basso.
Haerizadeh afferma che una sua tela realizzata tra il 2002 e 2003 è stata presentata a un’asta del 12 gennaio e battuta per 3.6 milioni di riyal, pari a circa 86mila dollari, una somma significativamente superiore al prezzo a cui è stata acquistata. Nel frattempo, anche un altro artista, Barbad Golshiri, teme che uno dei sui lavori non sia più presente nella collezione.
Sami Azar, ex direttore del museo, ha dichiarato a The Art Newspaper che il Tmoca tecnicamente non ha mai acquisito le opere che, invece, sono state acquistate dall’Istituto per la promozione delle arti visive contemporanee, una istituzione finanziata dal governo iraniano. Azar, che è stato direttore di museo dal 1997 al 2004 e attualmente dirige la casa d’asta di Teheran dove è stata venduta l’opera di Haerizadeh, ha dichiarato che «l’Istituto ha acquistato questi lavori seguendo le istruzioni del direttore, cioè le mie, perché volevamo sostenere quegli artisti. Ma dopo cinque o sei anni, hanno deciso di venderne alcune. Posso capire perché gli artisti sono arrabbiati».
L’opera di Haerizadeh, N Vel Ab 2, fu esposta per la prima volta alla Biennale di pittura contemporanea di Teheran nel 2003 e fu quindi acquistata per 500 dollari da Gholam Reza Nami, che allora era il segretario esecutivo della Biennale, afferma Haerizadeh. «Mi è stato detto da Nami che il museo avrebbe acquisito il lavoro per la sua collezione. Nami mi ha anche detto di voler comprare l’opera a un prezzo speciale, “perché sei giovane e il museo ha un budget limitato”». Anche il pezzo di Golshiri è stato esposto alla Biennale di Teheran del 2003 ed è stato acquistato dal museo per meno di 100 dollari, ha detto l’artista.
Afshin Parvaresh, giornalista di New York, ha pubblicato vari dettagli sulle presunte vendite e ha affermato che i funzionari del museo hanno trasferito la proprietà delle opere all’Istituto per la promozione delle arti visive contemporanee, senza informare gli artisti interessati. Le opere potrebbero essere state poi vendute a gallerie e collezioni private.
Ehsan Aghaei, l’attuale direttore del museo, ha dichiarato al quotidiano iraniano Ebtekar che l’opera di Haerizadeh è stata acquistata dall’Istituto e poi venduta legalmente ma ha rifiutato di fornire altre indicazioni.
In alto: Rokni Haerizadeh, N Vel Ab 2 (2002-03)

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