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“Io non ci sto!”. Le (quasi) risposte del direttore del Madre a Guido Cabib

di - 18 Gennaio 2010

La scheda progettuale presentata dal Museo Madre alla manifestazione d’interesse indetta dalla Regione Campania, intitolata Ritorno al Barocco (ed ecco spiegato subito il titolo provvisorio, poi diventato Barock) risale al luglio 2009”.
Comincia così la lunga ed attesa replica di Eduardo Cicelyn, chiamato in causa da una lettera (link già in basso) inviataci dal gallerista napoletano Guido Cabib ed incentrata sui costi della mostra Barock, allestita al napoletano museo Madre dallo stesso Cicelyn diretto. Una lettera che sollevava obbiezioni anche forti su diversi piani, da quello culturale a quello strettamente economico, al coinvolgimento della città nei vari aspetti della mostra.
Dalla sua approvazione (fine ottobre) e poi all’inaugurazione della mostra (12 dicembre), come sempre accade quando si prova ad organizzare una mostra collettiva (parliamo di 28 artisti) con qualche pretesa di originalità e qualche ambizione di far bene, alcune opere sono cambiate, alcuni artisti hanno modificato le proprie proposte, altri artisti sono entrati in gioco, idee nuove sono nate. Il concept della mostra, se si avesse l’onestà di leggere la scheda originale, non è mai cambiato, anzi è stato confermato, ovviamente con ulteriori e significativi approfondimenti dei curatori e contributi che si sono aggiunti in catalogo.
I cambiamenti anche tecnici e formali, di cui si lamenta Cabib, sono già previsti e contemplati dalle procedure di finanziamento europee, tant’è vero che viene richiesta dalla Commissione – prima della presentazione della rendicontazione di spesa – la consegna di una relazione esecutiva, cioè una descrizione accurata di come il progetto si è modificato, del perché e del come resti comunque in linea con la scheda originariamente approvata. Se questo non si è in grado di fare, la Regione e poi la Commissione non erogano i fondi.
Punto e basta. Sfido qualsiasi soggetto pubblico o privato, destinatario di risorse europee per una mostra di complessità paragonabile a Barock (già visitabile virtualmente sul sito
www.museomadre.it), a realizzare punto per punto, senza alcuna modifica, un progetto presentato 6 mesi prima della sua esecuzione. Finora, non essendo la prima mostra finanziata con fondi europei, abbiamo sempre lavorato in questo modo e le rendicontazioni sono sempre state approvate. Anzi, faccio notare che – nonostante Cabib se ne abbia a male – è evidente che anche per questo siamo stati inseriti dal ministero di Scajola tra le 13 best practices italiane segnalate alla Commissione Europea.
Veniamo allo specifico della mostra. Il Madre ha prodotto le opere di Bianco e Valente, di Antonio Biasiucci, di Micol Assael, di Mircea Cantor, di Giulia Piscitelli, di Jannis Kounellis, Michal Rovner, Claire Fontaine. Dunque si tratta di 6 artisti italiani (4 dei quali napoletani), di un rumeno, di un’israeliana, più un inglese e un’italiana (Claire Fontaine). Molte altre opere, da noi selezionate, richiedevano operazioni complicate e costose di montaggio (una tra tutte, quella di Cattelan: abbiamo dovuto costruire un’impalcatura di circa 20 metri nella chiesa di Donnaregina, solo per arrivare alla trave dove andavano sospesi gli agganci della cassa contenente la ragazza crocifissa).
Come tra l’altro è stato precisato nella scheda, la gran parte di queste complicate lavorazioni di allestimento sono state eseguite da artigiani e ditte locali.
Barock, così com’è (cioè con alcune opere da noi prodotte, altre da noi assemblate o ricostruite, altre prestate dagli artisti, altre da musei internazionali, altre da collezionisti, altre da gallerie private), ha ottenuto un grande successo di critica (nazionale e internazionale), addirittura battendo in numero di visitatori durante le lunghe festività natalizie la mostra gemella di Capodimonte (finanziata con maggiori risorse europee)
Ritorno al Barocco.
La campagna pubblicitaria del Madre, realizzata come si evince già dalla scheda originaria, con mezzi molto modesti (faccio presente che la Regione ha stanziato e speso altri fondi suoi per la campagna delle mostre del Polo Museale, ma neanche un euro su BarocK), si è potuta dispiegare solo su due giornali – uno nazionale, l’altro regionale – attraverso i quali abbiamo provato a veicolare un ulteriore messaggio Barock (i nostri creativi hanno collocato in tre scenari tipicamente napoletani, e diciamo seicenteschi come ispirazione, le opere di Gilbert&George, Damien Hirst e Maurizio Cattelan). Si è ritenuto, come è nostra tradizione peraltro, che anche la comunicazione dovesse veicolare il senso culturale della nostra mostra e, comunque, del Museo Madre, istituzione culturale radicata nel centro storico di Napoli. Se avremo altre risorse a nostra disposizione, continueremo a proporre le nostre immagini su altre testate giornalistiche. In più abbiamo comunque presentato nostri avvisi anche sul Venerdì di Repubblica e su Art Forum. Non so come abbiano fatto a conoscerne l’esistenza, ma giornalisti inglesi, tedeschi, francesi, spagnoli, americani, ecc. hanno già visitato la nostra mostra e anche in molti già scritto con toni entusiastici. Magari la nostra piccola campagna ha ottenuto il proprio piccolo risultato?
Voglio rassicurare Cabib: in 4 anni di direzione del Madre, nei tre anni precedenti di lavoro in Regione e di organizzazione delle mostre di Annali delle Arti non ho mai, dico mai, richiesto o percepito un euro per l’attività curatoriale svolta (si tratta di decine di mostre). Così come, in 15 anni di installazioni in piazza Plebiscito, né io né gli artisti, abbiamo mai ricevuto o chiesto compensi per il nostro lavoro. Non so se altri direttori e soprintendenti (a Napoli, in Italia, all’estero) possano dichiarare la medesima cosa, apertamente e senza tema di smentite. E tra costoro, tutte persone capacissime e stimabilissime, chi potrà dire di aver progettato, reperito i fondi e realizzato dal nulla e in meno di 4 anni un museo, la cui idea non esisteva prima neanche sulla carta. Nel frattempo il Madre è anche diventato una istituzione di solido prestigio internazionale. Ce ne dobbiamo scusare con Cabib, con voi, o con chi altro?
”.

Fin qui Cicelyn. Noi di Exibart non possiamo che rispettare il nostro ruolo di “mezzo”, ospitando l’immancabile replica. Ma cercando di porci come osservatori esterni, qualche nota ci sorge spontanea: innanzitutto la sensazione è che si imbastisca una ampia risposta ‘contenutistica’ che però lascia cadere le precise annotazioni sui numeri che erano presenti nella lettera del gallerista napoletano. Eppoi – possiamo dirlo trovandoci dalla parte di coloro che con la comunicazione “ci campano” -: come è possibile che 300mila euro per la comunicazione di una mostra possano essere considerati “mezzi molto modesti”? Auguriamoci che gli stessi “modesti” mezzi vengano messi a disposizione anche di quei musei che ritengono opportuno contribuire alla sopravvivenza della scena editoriale di settore del paese in cui hanno sede…

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[exibart]

Visualizza commenti

  • Alla fine la differenza tra Bruciati e Cicelyn è che hanno amici diversi. I se si lamentano i non amici di Cicelyn cosa dovrebbero dire quelli che non sono amici nemmeno di Bruciati?

  • E questo sarebbe un direttore di un museo importante? Ma quale direttore si sognerebbe si mettersi a tu per tu in una situazione del genere.

  • L'opera della Piscitelli, che a me piace, ma è stata mortificata, l'anno messa tra due prespaziati, facendola confondere con la grafica del Museo, dicevo è un'opera che esiste da un bel po', io la volevo comprare già qualche anno fa.
    Bugiardo di un direttore.

  • Andrea Bruciati è un eroe.

    In questa Italia urlante e sprecona... tutta fratellanza, grandi fratelli, feudi, vassalli e ... Padrini...

    Andrea Bruciati, con un'onestà da brivido, ribalta, con il suo operato, tutte le logiche mortifere di questa It-Aglietta...

    dimostrando che con il lavoro e con la serietà si può, nostante il terribile handycap di un budget microniano e la dislocazione geografica alle colonne d'Ercole, determinare un confronto e puntualizzare su un dibattito critico ed artistico.

    Senza entrare nel merito delle scelte curatoriali di Bruciati, che meriterebbero un'analisi meno "orgogliona" delle affermazioni pizzettare del Materno dir.,

    dobbiamo riconoscere, che Bruciati ha il notevolissimo merito di Essere Italiano, senza fare l'italiano...

    Non urla
    Non supera in coda al supermercato
    Non unge
    Non dorme di giorno
    Non si compra
    Non si vende...

    L'unica risorsa che resta agli incidentali detrattori, è il sarcasmo del guitto.

    Andrea Bruciati- gli artisti ti apprezzano. Gli onesti ti apprezzano.

    Non ti curarar... di lor...

  • si è vero Bruciati, ti apprezzano gli artisti e anche le loro gallerie che ti sono tanto grate

  • Io sono un pò schifato, si parla dei soldi come se si parlasse di bruscolini.
    Se fosse per me dovrebbero sopravvivere con i soldi del biglietto d'ingresso, così si vedrebbe se sono bravi o no!

  • Che Cycelin si sia degnato di rispondere mi sembra veramente il minimo. Lo fa però sempre con l'atteggiamento di chi è seccato di doversi giustificare di fronte a degli stupidi che osano importunarlo. In tutti i paesi civili, chi gestisce denaro pubblico ha il dovere di dare conto delle proprie azioni prima ancora che le domande vengano poste attraverso la pubblicazione degli atti di spesa relativi (cosa che in questo caso non è stata disattesa, peraltro). Dal momento che quegli atti sono pubblici sarà anche diritto di qualsiasi cittadino, e sopratutto della stampa libera ed onesta, fare delle analisi e sottolineare delle discrepanze?
    L'accusa ad Exibart di favorire polemiche ridicole è scandalosa. La dice tutta sull'atteggiamento arrogante di cui sopra. Una delle poche riviste che si ricorda ancora dell'esistenza del diritto/dovere di cronaca e dell'azione di controllo che la stampa dovrebbe esercitare, viene accusata di fare male il proprio mestiere...mah!
    Non dico che Exibart rappresenti la perfezione, nella fattispecie credo che a volte siano di parte nei confronti di alcuni loro inserzionisti (ad esempio nei confronti di fiere di cui parlano bene quando tutti sanno che invece sono disastrose dal punto di vista commerciale e di pubblico).
    Infine non comprendo un punto fondamentale: in genere si presenta all’Ente pubblico un budget preventivo che prevede il finanziamento di una serie di attività che ovviamente non corrisponderanno MAI a quelle effetivamente realizzate (questo neanche nel caso di micro-eventi, figuriamoci nel caso di grandi eventi che prevedono il coinvolgimento nell’organizzzione di centinaia di soggetti), come giustamente ricordato da Cycelin. Motivo per cui l’erogazione dei fondi avviene normalmente quando si presenta il rendiconto finale corredato da fatture, relazioni varie etc. (salvo un anticipo iniziale di un 30% c.a. a seconda dei casi). Quindi il punto importante è capire come sarà il rendiconto finale di Barock e dell’installazione del Plebiscito in rapporto a quanto inizialmente preventivato.

  • stiamo parlando di tutte mezze calzette. Cic elyn, Cabib, Bruciati.
    Sono io che mi arrendo adesso.
    Ma qualcosa di meglio le vs menti non riescono a produrlo?

  • CARO EDUARDO CICELIN,SPENDERE UN MILIONE DI EURO DI SOLDI DI TUTTI ,MERITEREBBE PIU' ATTENZIONE E RISPETTO PER I CITTADINI, CHE TI FANNO DOMANDE LEGITTIME ,SE NON HAI VOGLIA DI SPIEGARE..... FAI COME IL MIO GALLERISTA PINO CINQUEGRANA,DELLA GALLERIA D'ARTE MODERNA, CHE HA SPESO CIRCA O POCO PIU' DI 2 MILIONI DI EURO P...ER PRODURRE LA MIA MOSTRA :NAPOLI CRONACA ROSA ,MA DI CUI NON DEVE RENDERE CONTO A NESSUNO.Mostra tutto
    24 minuti fa Solo amici · Commenta ·Mi piaceNon mi piace più
    Antonio Serrapica LA COSA PIU' COSTOSA DELLA MOSTRA NCR, I TRASPORTI ECCEZIONAL PER CUI E' STATA CHIAMATA UNA SQUADRA SPECIALE DI MUTILATI SOLO DELL'ARTO SINISTRO,GENTILMENTE OFFERTI DALL'OSPEDALE S.LEONARDO DI CMARE DI STABIA DEL'ANNATA STORICA 1979-80 TEMPO DELLE MELE
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