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La Francia alla conquista dell’Est. Anche il Musée Rodin aprirà una nuova sede in Cina

di - 14 Giugno 2018
Ancora un punto messo a segno dalla diplomazia culturale francese e cinese. Dopo la stretta di mano tra Emmanuel Macron e Xi Jinpin per il Centre Pompidou a Shangai, ecco un’altra istituzione transalpina di primo piano che inizia a sondare il terreno per un avamposto all’interno della Grande Muraglia. Si tratta del Musée Rodin di Parigi che, sostenuto dal ministero della cultura francese, ha avviato le trattative con l’Amministrazione statale dei beni culturali della Cina, attraverso un importante collezionista cinese di arte europea, come confermato dai media asiatici.
All’inizio di giugno, la direttrice del museo, Catherine Chevillot, insieme al suo team, ha visitato diverse città papabili, come Shenzhen, nella provincia del Guangdong, Hangzhou, nella provincia di Zhejiang, e Xiong’an, nella provincia di Hebei, quest’ultima un nuovo distretto urbano al di fuori di Pechino, cercando un luogo idoneo per la nuova sede. Chevillot ha anche tenuto un incontro con alcuni direttori di musei cinesi e con gli accademici dell’Università di Zhejiang, durante la quale ha specificato che l’ultima parola sulla scelta della sede dovrà darla il ministero della cultura francese.
Intanto, già sono pronte le prime strategie di sviluppo, che prevedono, per un primo periodo di sei anni, il prestito di più di 100 opere della collezione francese al nuovo museo, con la speranza che la filiale cinese riuscirà a costituire la propria permanente. «Non è un progetto in cui semplicemente prestiamo le opere e poi ce ne andiamo. Si tratta di una profonda cooperazione culturale», ha chiarito Chevillot. Si sa anche il nome del nuovo direttore, ovvero, Wu Jing, amico di Chevillot e importante collezionista, che già gestisce un museo privato d’arte europea a Hangzhou. Wu, che possiede già due lavori di Auguste Rodin, spera di attirare altri collezionisti privati, per ottenere il sostegno del museo francese nelle trattative per acquisire nuove opere al museo. Nel frattempo, andranno certamente in Cina opere di primo piano per la comprensione della poetica del grande maestro, icona dell’arte francese ed europea, come La porta dell’inferno, una scultura incompiuta sulla quale lo scultore lavorò per più di trent’anni, fino alla morte, oppure L’età del bronzo, che fu esposta per la prima volta al Salon del 1877 e provocò diverse contestazioni all’artista.

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