29 agosto 2012

L’Inghilterra consacra allo status di bene culturale stazioni ferroviarie, ponti, viadotti e gallerie. Impegnandosi nella loro tutela e salvaguardia

 

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Qualche tempo fa vi avevamo parlato dell’ingresso nell’English Heritage di alcune storiche pompe di benzina disseminate in tutta l’Inghilterra. In questi giorni è toccato invece alla linea ferroviaria della Great Western. La decisione è giunta dopo un percorso piuttosto lungo. Dall’inizio di quest’anno infatti l’English Heritage – con il sostegno della rete ferroviaria – ha esaminato la storia e le descrizioni di circa 50 strutture intorno a Maidenhead, Reading, Oxford, Newbury, Bath e Bristol consultando le autorità locali, la Victorian Society e società come il Railway Heritage Trust, Steam Museum e il National Railway Museum. Alla fine decine di ponti, viadotti, gallerie e stazioni ferroviarie hanno ricevuto finalmente  il loro riconoscimento e una salvaguardia adeguata. La Great Western Railway, definita dal presidente dell’English Heritage come «Una parte meravigliosa del nostro patrimonio nazionale, simbolo di romanticismo, storia e avventura», fu iniziata nel 1836 e soprannominata “la meravigliosa ferrovia di Dio”, e costituisce una preziosa testimonianza dell’ingegno di Isambard Kingdom Brunel, padre della tecnica ferroviaria, celebrato anche durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2012. Tra le strutture riconosciute patrimonio culturale il Tunnel Box Wiltshire, uno dei più lunghi e famosi della Great Western che nel XX secolo era collegato da linee segrete e tunnel ad un complesso di accampamenti militari e ricoveri, scavati in una collina; il Sydney Gardens Footbridge a Bath, costruito nel 1841 su disegno dell’architetto Brunel e ultimo esempio superstite realizzato dagli ingegneri della Great Western Railway. E ancora il Roman Road Bridge a Swindon, il viadotto del fiume Avon e quello del South Oxfordshire. Insomma viene spontaneo a questo punto chiedersi: dopo le pompe di benzina e le ferrovie inglesi, a chi toccherà ora entrare a far parte dell’English Heritage? (Francesca Iani)

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