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MACAO. La festa è finita? Il movimento non molla ma Pisapia ora chiede di liberare via Galvani

di - 19 Maggio 2012
La lunga primavera di MACAO continua. Nelle adesioni, così come nelle manifestazioni. Eppure alla porta adesso si affaccia il sindaco di Milano, che dopo aver proposto al movimento di prendere in considerazione la possibilità di spostarsi in altri spazi, tra cui in una parte dell’ex Ansaldo in via Tortona, ora chiede di liberare via Galvani, da alcuni giorni presidio perenne e sede di concerti, spettacoli e assemblee. Come quella che si terrà oggi, alle 13.30 “Per spiegare le ali” all’indomani del rifiuto da parte dell’assemblea di MACAO di prendere parte alla riunione per l’assegnazione degli spazi in via Tortona. In un comunicato si legge: «L’appuntamento coinvolge tutte le associazioni culturali e i soggetti che hanno già richiesto, tramite bando o assegnazione, uno spazio all’ex Ansaldo. MACAO non intende sottrarre spazi già destinati ad altri né guadagnare corsie preferenziali. La proposta dell’ex Ansaldo rischia di innescare una modalità verticistica e competitiva, che è incompatibile con la pratica e la metodologia orizzontale e partecipativa che è nella nostra natura. L’amministrazione dall’alto di spazi e risorse (per quanto illuminata) è cosa diversa dall’autogoverno dal basso, diretto e partecipato».
L’Officina della Creatività invece, secondo Pisapia, dovrebbe essere luogo di confronto aperto ai cittadini, a tutto il mondo culturale e artistico presente in città. E dovrebbero confluirvi tutte le forze della nuova cultura libera. A far puntare i piedi del sindaco pare che invece sia stato soprattutto vedere via Galvani occupata, con conseguente problema al traffico, al rumore negli orari notturni, il dispendio di un presidio di forze dell’ordine. De Corato ovviamente ci è andato giù più duro, chiedendo un’interpellanza parlamentare al riguardo al ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri perché «non si protragga oltre l’occupazione stradale di via Galvani e i costi a carico del cittadino delle centinaia di carabinieri presenti» sul posto. Intanto oggi il presidio resta dov’è, in attesa di un luogo dove spiegare le ali, anche se in fondo MACAO ha dimostrato che a poco servono “strutture adeguate”, ambienti di circonvenzione per il pensiero.

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