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Metti insieme “Il Puma” e, come in un rimando alla numerologia o ad un vecchio film western, chiama sette artisti ad omaggiare ognuno con otto opere la figura del Maestro. Il risultato? 64 opere in mostra, a partire dalle 8 di Schifano e altrettante di Andrea Aquilanti, Davide D’Elia, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Andrea Marescalchi, Roberto Pietrosanti e Piero Pizzi Cannella, ispirate al grande pittore di Roma.
È il nuovo progetto di Matteo Boetti e Andrea Bizzarro per Bibo’s Place, la galleria aperta a maggio a Todi, che hanno intitolato la collezione “8×8 64, When form becomes idea 7 artisti per Mario Schifano: “Il Puma”.
“Il Puma” era il nome con il quale Goffredo Parise appellava l’artista, che secondo Boetti & Bizzarro «rappresenta uno snodo fondamentale tra tradizione ed innovazione. Dalla memoria della “Scuola Romana” si passa alla visione di un universo nuovo che va ben oltre le poetiche cosiddette “pop”, che abitualmente gli si attribuiscono.
L’immagine, in senso iconico, in lui è sempre presente, ma poi la velocità d’esecuzione derivante dal suo furor esistenziale unita all’uso espressionista e tonale del colore, trascende quella realtà guardata, accedendo alla sfera del concetto, ma attraverso i mezzi propri della pittura e la forma diventa idea. Dopo Schifano tutti si sono dovuti confrontare con Schifano. E allora c’è chi ha proceduto accogliendo in pieno la sua lezione e chi, invece, si è mosso rifiutandola».
E insieme agli inediti di Piero Pizzi Cannella, Andrea Marescalchi, le tre nuove tele di Gianni Dessì, le carte mai viste di Giuseppe Gallo dipinte all’inizio degli anni Ottanta, i nuovi lavori sulle muffe realizzati appositamente da Davide D’Elia e gli otto pezzi opposti alla poetica di Schifano che presenterà Roberto Pietrosanti, durante l’inaugurazione saranno messe “in mostra” le sonorità psichedeliche del primo e unico album realizzato dall’artista insieme al suo gruppo, “Le stelle di Mario Schifano”, del 1967.
Una mostra che, in qualche modo, delinea anche la circolarità del tempo dell’arte, e che strizza l’occhio proprio all’esperienza di Boetti: “7×7 49…77 riquadri per 7 artisti”, era il titolo del primo progetto con cui il gallerista aveva inaugurato il suo primo spazio espositivo romano, AutoriMessa, esattamente 20 anni fa.