Correva l’anno 1965, precisamente l’11 novembre. Una vernice nella milanese via Tadino 15, nel neonato studio di Giorgio Marconi, presentava l’opera di quattro giovani artisti italiani: Valerio Adami, Lucio Del Pezzo, Mario Schifano ed Emilio Tadini. In quarant’anni quello spazio è diventato un punto di riferimento per l’arte contemporanea milanese, italiana e oltre. I piani della galleria sono diventati quattro, la superficie espositiva è arrivata a 1.000 mq, da Giò Marconi sono passate pietre miliari dell’arte contemporanea.
Dunque, com’è in voga da qualche anno, è tempo di costituirsi in fondazione. E proprio l’11 novembre di quest’anno si festeggerà con una mostra retrospettiva dedicata al percorso dello Studio Marconi dagli esordi al 1992. Ovviamente ci si aspetta anche una seconda parte, ma già per quest’occasione si profila un evento immancabile. La collettiva sarà accompagnata un corposo catalogo ed è curata dallo stesso patron. I nomi? L’elenco è da Biennale e volendo necessariamente citarne qualuncuno in modalità random, Beuys, Dorazio, Hockney, Kiefer, Paolini e Vedova. E ovviamente moltissimi altri. (marco enrico giacomelli)
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