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Nel giorno dello “Sblocca Italia” si sbloccano anche i Beni Culturali?

di - 30 Agosto 2014
Per grandi opere, cantieri e infrastrutture ci sarà un fondo di 10 miliardi. Lo ha affermato il Premier Renzi al Consiglio dei Ministri, annunciando insieme al Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi l’alta velocità Napoli-Bari e la Palermo-Messina-Catania, così come la metropolitana C di Roma e il passante di Torino, solo per fare qualche esempio tra gli interventi più impegnativi. Cinquanta articoli in totale, per una serie di operazioni che dovranno partire entro e non oltre il 2015 e comprendono anche l’incentivo fiscale del 20 per cento destinato a chi compra casa per affittarla a canone concordato, il gasdotto Tap, e anche un credito per gli operatori che porteranno la banda larga in quelle aree “a fallimento mercato”.
C’è insomma di tutto nel decreto che dovrebbe far ripartire il Paese nei prossimi anni, come c’è tanta carne al fuoco nel nuovo piano del Ministero dei Beni Culturali, presentato stamattina in via del Collegio Romano dal Ministro Dario Franceschini, dopo le anticipazioni del luglio scorso, che avevano provocato diversi mal di pancia soprattutto alle Sovrintendenze, l’organo più colpito della riforma del MiBACT, con un taglio di 37 dirigenti, che resta invariato con la falce su 6 figure di I fascia e 31 di II.
«Non si tratta di piccoli cambiamenti, gli italiani si aspettano da questo Governo riforme importanti e la riorganizzazione del Mibact è una grande rivoluzione che ci consentirà di investire sull’incredibile patrimonio culturale che possediamo», aveva dichiarato Franceschini poco più di un mese fa, prima dello stop della riforma al Consiglio dei Ministri, sbloccata oggi.
Un testo che, ovviamente, deve fare i conti con la spending review, come abbiamo più volte scritto.Vedremo dunque cosa farà il Segretariato generale del Ministero a cui sarà affidato il coordinamento della programmazione dei fondi comunitari diretti e indiretti, mentre saranno create anche (sempre all’interno del corpo centrale del Ministero) due “Direzioni”, una per l’organizzazione e il personale e una per il bilancio, così da rendere più efficiente la gestione e il funzionamento del MiBACT, e per assicurare l’attuazione e il monitoraggio delle norme sulle agevolazioni fiscali, seguendo la legge dell’Artbonus.
Alla voce “Arte Contemporanea”, ebbene si, ci siamo anche noi, Franceschini promette che «sarà istituita un’apposita direzione generale per conferire dignità all’arte e all’architettura contemporanea e alla riqualificazione delle periferie. La direzione generale promuoverà e parteciperà direttamente all’ideazione di opere pubbliche, anche fornendo indicazioni per la loro progettazione, così come per la riqualificazione ed il recupero delle periferie urbane».
Diventano 18 i musei (e aree archeologiche) e 2 Soprintendenze autonome, a cui va il titolo di “ufficio dirigenziale”, tra cui ci sono anche Colosseo, Pompei, Ercolano e Stabia, gli Uffizi, la Pinacoteca di Brera, la Reggia di Caserta e la GNAM di Roma e, rispetto al primo testo, si aggiungono anche la Galleria Estense di Modena, il Polo Reale di Torino  e Palazzo Ducale di Mantova (vi avevamo raccontato delle richieste a Franceschini dei sindaci delle due città), e anche i Musei archeologici di Napoli, Reggio Calabria (per la questione dei Bronzi?) e Taranto, e anche Paestum e Palazzo Reale a Genova. Per il futuro, inoltre, sarà possibile individuare nuove istituzioni a cui conferire questa qualifica. 17 saranno invece i poli museali regionali.
Ovviamente, poi, la centralità resta anche in materia di turismo: le Direzioni generali e quelle regionali, saranno dotate di specifiche competenze in materia, con il rafforzo del rapporto tra enti per assicurare la svolgimento di attività culturali.
Avanti tutta, insomma, ora inizierà il vero banco di prova per il MiBACT di domani. Che a quanto pare sarà, ancora una volta, non “rifinanziato”, al contrario di quanto accade con le infrastrutture. Evidentemente giudicate una priorità, a differenza del nostro patrimonio culturale.

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