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Niente crisi per l’arte. Lo annuncia anche Christie’s, che chiude il primo semestre dell’anno con una crescita di oltre il 20 per cento rispetto al 2013

di - 17 Luglio 2014
Bolle dell’arte si, bolle dell’arte no. Come vi avevamo riportato anche la stampa generalista si è accorta che gli affari, quando si tratta di grandi numeri, per l’arte non vanno affatto male. A rimarcare un trend decisamente positivo oggi ci ha pensato Christie’s che ha annunciato un più 22 per cento di crescita nel primo semestre 2014 rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L’incasso totale delle aste è pari, infatti a 4,47 miliardi di dollari.
«Christie’s mantiene la leadership delle case d’asta mondiali, ed è iniziata una nuova era di grande entusiasmo», ha dichiarato Steven Murphy, amministratore delegato della casa d’aste inglese. Che molto ha puntato proprio sulla vendita del Moderno e Contemporaneo, incrementando il pubblico, anche in questo caso, di oltre il 20 per cento.
C’è da dire però, che se sempre di più le vendite all’asta sembrano ad appannaggio di una elite che fino a pochi anni fa non era nemmeno possibile immaginare, creata grazie all’apertura dei nuovi mercati, Paesi Arabi e Sud Est Asiatico in primis (anche se la Cina registra una lieve flessione), una grande “botta” l’hanno data anche le “private sale”, stimate in aumento del 16 per cento e le vendite online, rispetto al primo semestre del 2013 sono quasi raddoppiate.
New York resta, però, la piazza più importante con che ha raccolto quasi 2 miliardi di dollari di fatturato e una crescita del 31 per cento. Non è un caso, che nella Grande Mela, ci si sia “accapigliati” per il Barnett Newman di Black Fire I lo scorso maggio, andato venduto a 84 milioni di dollari, seguito dal grande Francis Bacon, che a febbraio a Londra, con il Portrait of George Dyer e i suoi 70 milioni all’incanto, si è classificata come l’opera più cara realizzata nel dopoguerra venduta ad un’asta in Europa, e record mondiale per una tela singola dell’artista. La bolla aumenta, e di scoppiare non pare proprio avere voglia. In barba agli scettici e ai “demoni” del mercato.

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