Il prgetto ha inizio con le installazioni di tre artisti che hanno concepito e prodotto le proprie opere tenendo presente la loro specifica destinazione.
Lungo il sentiero che si arrampica tra cerri e pini marittimi si arriva all’ampia spianata che accoglie il lavoro di Maria Dompè. L’artista, da sempre attenta alle problematiche sociali e ambientali, si è ispirata alla performance musicale prodotta da Alan Simon nelle valli dell’Himalaya. Un appello che vuole sensibilizzare – chi è disposto all’ascolto – sulle condizioni del pianeta. Suggestioni orientali e elementi caratteristici toscani vengono adoperati dalla Dompè in un’installazione di grande
Dario Bartolini esplora i confini tra l’artificiale e il naturale realizzando due installazioni che tra simulazione e dissimulazione creano quinte alternative per osservare l’ambiente (o per interagire con esso).
Sulla cima del colle introno al quale si raccoglie il parco Italo Zuffi ha posizionato la sua grandiosa installazione: Territorio, una sedia in metallo, lucida e squadrata, che guarda verso sud. L’opera di Zuffi punta ad un dialogo con l’ambiente circostante che non è di continuità. Una marcata diversità nelle linee e nei materiali isola la sedia conferendole monumentalità e facendone un oggetto ambientale-architettonico ad un tempo arcaico e futuristico. (p. g.)
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