L’intervento di Mario Botta, in particolare, definisce un rinnovamento profondo della sede della Fondazione Querini Stampalia. L’architetto ticinese, con rigore filologico, ha ricomposto frammenti tra loro disomogenei creando continuità spaziale. Il nuovo progetto, è segnato, dunque, da efficaci caratteristiche di funzionalità e riconoscibilità.
Botta ha operato nella nuova ala nel rispetto e in continuità con il restauro di Carlo Scarpa, il cui incantevole hortus conclusus crea un angolo incantato nel cuore di Venezia. Voluti ed espliciti sono i richiami all’illustre architetto veneziano, nell’essenzialità delle linee, nell’accostamento o nella contrapposizione di materiali e di colori: pietra e metallo, bianco e nero, grigio e rosso.
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